Museo del Tesoro del Duomo e Archivio Capitolare – Vercelli
Il Museo del Tesoro del Duomo si trova all’interno del Palazzo Arcivescovile di Vercelli e conserva importanti oggetti provenienti dalla Cattedrale di S. Eusebio arricchitasi, nel corso dei secoli, di opere d’arte dal valore inestimabile. L’esposizione comprende l’originale riempimento del Crocifisso dell’XI secolo, le cui lamine sono tuttora conservate in Cattedrale, tre bacili in bronzo del XII secolo e alcuni oggetti liturgici cinquecenteschi donati alla Cattedrale da esponenti della famiglia Ferrero, alla guida dell’episcopio vercellese tra XVI e XVII secolo. La figura di S. Eusebio, patrono di Vercelli e primo vescovo del Piemonte, è richiamata dalla preziosa legatura del Codice A, Vetus Latina del IV secolo la cui stesura è tradizionalmente ricondotta al Santo. Parallelamente l’esposizione tiene vivo il ricordo di altri vescovi della Cattedrale mediante la presenza di oggetti a loro donati o appartenuti, come alcuni calici e un servizio pontificale da viaggio. Punto luce del Museo è la collezione di reliquiari, la più importante dell’Italia Settentrionale. Le opere si riferiscono a diverse tipologie databili dal VII al XVII secolo. Recentemente, a conclusione del percorso espositivo si sono aggiunte le Stanze del Papa delle quali la prima è evocativa della visita di Giovanni Paolo II del 1998, poiché conserva parte degli arredi originali e un altare portatile in cui sono esposti alcuni oggetti legati all’evento, mentre la seconda riecheggia il legame tra la città e Giuliano della Rovere, futuro papa Giulio II. Egli fu vescovo di Vercelli tra 1502 e 1503 e, nonostante il suo fugace episcopato, magnificò la cattedra eusebiana donandole un paramento di altissima qualità esecutiva che oggi è esposto insieme ad un altro splendido esempio di agopittura, l’arazzo con il Battesimo di Cristo. Unitamente alle ricche opere tessili esposte nelle Stanze del Papa sono presenti anche pitture vere e proprie, in particolare l’Adorazione dei Magi di Gerolamo Giovenone che fotografa le preziose vesti cinquecentesche e la Madonna in trono con Bambino e Santi, tavola la cui lunga vita pittorica è stata riscoperta dal recente restauro. Il patrimonio della Biblioteca Capitolare, ordinariamente accessibile ai soli studiosi e ricercatori che ne richiedono la consultazione per scopi scientifici, è costituito da un’importantissima raccolta di 260 codici databili dal IV al XV secolo. Tra i manoscritti di maggior pregio si segnalano: il Codex Vercellensis Evangeliorum (Codice A), del IV secolo e ricondotto dalla tradizione a S. Eusebio, l’Apollo Medicus (CCII), del IX secolo con splendide miniature a piena pagina, il Vercelli Book (CXVII), tra i più antichi codici in lingua anglosassone fino ad ora conosciuti, risalente alla fine del X secolo. Inoltre, la Biblioteca conserva 17 incunaboli, 150 cinquecentine e 3000 edizioni dei secoli successivi.La Biblioteca non è normalmente aperta ai visitatori, salvo visite guidate su richiesta per gruppi (da 5 a 20 partecipanti) o particolari eventi organizzati dalla Fondazione.
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