Castelli
Il Castello esisteva all'inizio del XIII sec.Il Castello, e agli albori del XIII sec. doveva possedere la forma che vediamo tuttora. Ulteriori modifiche sono della fine del XV secolo, in concomitanza con lo stabilirsi dei Malaspina e il necessario rafforzamento del luogo. Intorno alla fine del XIX sec., era in stato di degrado e di rovina. Nel 1913, l'architetto della R. Sovrintendenza ai monumenti della Liguria, Terenzio, scrive all'architetto Commendator Alfredo D'Andrade, per conto del marchese Carpaneto Spinola, affinché vengano inviati gli incartamenti per iniziare i lavori di restauro. Tali opere portarono il Castello all'aspetto esterno attuale. Nel 1989, il Castello e il parco annesso, sono diventati proprietà del Comune: l'allora proprietaria, la marchesa Carolina Gavotti Finocchio, ha agevolato l'acquisto del Castello da parte dell'Amministrazione, mentre la somma necessaria è stata interamente donata dalla signorina Elena Bianchi. Il Castello è stato restaurato e ospita un albergo ristorante.
Info Tel: +39 345 6044090 || Email: [email protected] || Web: http://www.castelloditrisobbio.it
Aperture (2018)
Aperto tutto l'anno: venerdì, sabato e domenica.
Aperto nelle festività: Pasqua; Pasquetta; 25 aprile; 1 maggio; 2 giugno; 15 agosto; 1 novembre; 8 dicembre; 25, 26 e 31 dicembre; 1 gennaio. Orario: 10.00-15.00, 18.00-22.00.
In altri orari e infrasettimanale su prenotazione.
Prezzi
Gratuito
Il Castello esisteva all'inizio del XIII sec.Il Castello, e agli albori del XIII sec. doveva possedere la forma che vediamo tuttora. Ulteriori modifiche sono della fine del XV secolo, in concomitanza con lo stabilirsi dei Malaspina e il necessario rafforzamento del luogo. Intorno alla fine del XIX sec., era in stato di degrado e di rovina. Nel 1913, l'architetto della R. Sovrintendenza ai monumenti della Liguria, Terenzio, scrive all'architetto Commendator Alfredo D'Andrade, per conto del marchese Carpaneto Spinola, affinché vengano inviati gli incartamenti per iniziare i lavori di restauro. Tali opere portarono il Castello all'aspetto esterno attuale. Nel 1989, il Castello e il parco annesso, sono diventati proprietà del Comune: l'allora proprietaria, la marchesa Carolina Gavotti Finocchio, ha agevolato l'acquisto del Castello da parte dell'Amministrazione, mentre la somma necessaria è stata interamente donata dalla signorina Elena Bianchi. Il Castello è stato restaurato e ospita un albergo ristorante.
Info Tel: +39 345 6044090 || Email: [email protected] || Web: http://www.castelloditrisobbio.it
Aperture (2018)
Aperto tutto l'anno: venerdì, sabato e domenica.
Aperto nelle festività: Pasqua; Pasquetta; 25 aprile; 1 maggio; 2 giugno; 15 agosto; 1 novembre; 8 dicembre; 25, 26 e 31 dicembre; 1 gennaio. Orario: 10.00-15.00, 18.00-22.00.
In altri orari e infrasettimanale su prenotazione.
Prezzi
Gratuito
Le prime notizie certe del Castello si possono trovare in un documento datato 14 giugno 1322 con cui il Marchese di Monferrato Teodoro I concedeva alla famiglia Pocaparte la licenza "Hedificandi Castrum Ivilie" come propria dimora fortificata. Risale a questo periodo la costruzione della torre rotonda e del muraglione che sorregge il giardino pensile.
Dopo vari passaggi di proprietà, la struttura andò ai Felicita,che diedero inizio ai lavori di restauro del Castello affidandoli all'architetto vercellese Arborio Mella. Ad Armodio, deceduto senza prole nel 1879 - il cui sarcofago è custodito nel parco - succede la contessa Luigia Callori in Massel di Caresana.
Castello e beni di Uviglie passarono poi, per sua precisa volontà testamentaria, al nipote Conte Emanuele Cacherano di Bricherasio ideatore e fondatore della FIAT nonché erede di una nobile famiglia di banchieri molto vicina ai Savoia. Quest'ultimo, morto celibe nel 1904, lasciò tutti i beni di Uviglie in eredità alla sorella Contessina Sofia Cacherano di Bricherasio che, in quanto nubile, concesse nel 1928 ai Missionari della Consolata di Torino la possibilità di insediarsi nel Castello facendone la sede di un noviziato. Durante la seconda guerra mondiale nel castello venne traslata la salma di Don Giuseppe Allamano per proteggerla dai bombardamenti che colpivano la città di Torino. La proprietà dell'immobile fa oggi capo alla "Società Castello di Uviglie".
Info Tel: +39 342 9214895 || Email: [email protected] || Web: http://www.castellodiuviglie.com https://www.facebook.com/ilcastellodiuviglie/ http://instagram.com/ilcastellodiuviglie
Orari (2018)
Dal 9 gennaio al 22 dicembre.
Sabato e domenica visita guidata 10.30 e 15.30 su prenotazione.
Chiuso ad agosto. Il Parco non è visitabile in caso di maltempo. I giorni di apertura possono variare in caso di eventi.
Aperto su prenotazione per visitatori individuali (min. 2 persone) e gruppi.
Prezzi
Intero € 6 (castello e parco), € 10 (castello, parco e cantine con degustazione di vini), scuole € 5.
Le prime notizie certe del Castello si possono trovare in un documento datato 14 giugno 1322 con cui il Marchese di Monferrato Teodoro I concedeva alla famiglia Pocaparte la licenza "Hedificandi Castrum Ivilie" come propria dimora fortificata. Risale a questo periodo la costruzione della torre rotonda e del muraglione che sorregge il giardino pensile.
Dopo vari passaggi di proprietà, la struttura andò ai Felicita,che diedero inizio ai lavori di restauro del Castello affidandoli all'architetto vercellese Arborio Mella. Ad Armodio, deceduto senza prole nel 1879 - il cui sarcofago è custodito nel parco - succede la contessa Luigia Callori in Massel di Caresana.
Castello e beni di Uviglie passarono poi, per sua precisa volontà testamentaria, al nipote Conte Emanuele Cacherano di Bricherasio ideatore e fondatore della FIAT nonché erede di una nobile famiglia di banchieri molto vicina ai Savoia. Quest'ultimo, morto celibe nel 1904, lasciò tutti i beni di Uviglie in eredità alla sorella Contessina Sofia Cacherano di Bricherasio che, in quanto nubile, concesse nel 1928 ai Missionari della Consolata di Torino la possibilità di insediarsi nel Castello facendone la sede di un noviziato. Durante la seconda guerra mondiale nel castello venne traslata la salma di Don Giuseppe Allamano per proteggerla dai bombardamenti che colpivano la città di Torino. La proprietà dell'immobile fa oggi capo alla "Società Castello di Uviglie".
Info Tel: +39 342 9214895 || Email: [email protected] || Web: http://www.castellodiuviglie.com https://www.facebook.com/ilcastellodiuviglie/ http://instagram.com/ilcastellodiuviglie
Orari (2018)
Dal 9 gennaio al 22 dicembre.
Sabato e domenica visita guidata 10.30 e 15.30 su prenotazione.
Chiuso ad agosto. Il Parco non è visitabile in caso di maltempo. I giorni di apertura possono variare in caso di eventi.
Aperto su prenotazione per visitatori individuali (min. 2 persone) e gruppi.
Prezzi
Intero € 6 (castello e parco), € 10 (castello, parco e cantine con degustazione di vini), scuole € 5.
Cenni storici Il Castello Falletti è indissolubilmente legato alla famiglia che gli dona il nome: potente famiglia di banchieri che nel 1250 comprerà l'intero territorio di Barolo, e ne segnerà il destino per almeno due secoli, arrivando a controllare nel piemonte una cinquantina di feudi. Dal 2010 al castello è stata assegnata una nuova vita: diventa WiMu (Wine Museum), il più innovativo museo del vino d'Italia. Le cantine del castello, pure pregevolmente restaurate, ospitano inoltre l'Enoteca Regionale del Barolo. Il WiMu è un viaggio attraverso la cultura e la tradizione del vino. Un percorso ideato da François Confino, l'autore di numerosi allestimenti museali in tutto il mondo, fra cui il Museo nazionale del Cinema alla Mole Antonelliana di Torino.
Info Tel. +39.0173.38 66 97 || Fax. +39.0173.38 07 14 || Mail: [email protected] || Sito: www.wimubarolo.it
Aperture lunedì - domenica: 10.30 - 18.00; Ultimo ingresso: 17.00. Aperto fino a domenica 11 dicembre. Chiuso dal 12 al 25 dicembre. Aperto da lunedì 26 dicembre a domenica 8 gennaio. Domenica 1° gennaio apertura ore 14.00
Prezzi Ingresso Intero: euro 8,00
Ingresso Ridotto: euro 6,00 (Over 65)
Euro 5,00: Gruppi minimo 12 persone, previa prenotazione; studenti possessori della card "Io studio" della Provincia di Cuneo; possessori +Eventi Card.
Euro 3,00: bambini da 6 a 14 anni; scolaresche (con obbligo di accompagnamento guidato, standard euro 30,00 o altro percorso).
Ingresso Gratuito: Bambini fino a 5 anni; disabili e accompagnatori; possessori Carta Musei Torino Piemonte.
Audioguide: euro 3,00 (in italiano, francese, inglese, tedesco)
Qualora si preferisca l'accompagnamento di una guida: I gruppi (min. 12 persone, max 25) devono prenotarla obbligatoriamente.
Guida in lingua italiana: euro 65,00
Guida in lingua straniera: euro 75,00
I visitatori singoli sono invitati a verificarne telefonicamente la disponibilità e l'orario di partenza nei weekend e nei festivi: euro 5 adulti, euro 2 da 6 a 14 anni.
Cenni storici Il Castello Falletti è indissolubilmente legato alla famiglia che gli dona il nome: potente famiglia di banchieri che nel 1250 comprerà l'intero territorio di Barolo, e ne segnerà il destino per almeno due secoli, arrivando a controllare nel piemonte una cinquantina di feudi. Dal 2010 al castello è stata assegnata una nuova vita: diventa WiMu (Wine Museum), il più innovativo museo del vino d'Italia. Le cantine del castello, pure pregevolmente restaurate, ospitano inoltre l'Enoteca Regionale del Barolo. Il WiMu è un viaggio attraverso la cultura e la tradizione del vino. Un percorso ideato da François Confino, l'autore di numerosi allestimenti museali in tutto il mondo, fra cui il Museo nazionale del Cinema alla Mole Antonelliana di Torino.
Info Tel. +39.0173.38 66 97 || Fax. +39.0173.38 07 14 || Mail: [email protected] || Sito: www.wimubarolo.it
Aperture lunedì - domenica: 10.30 - 18.00; Ultimo ingresso: 17.00. Aperto fino a domenica 11 dicembre. Chiuso dal 12 al 25 dicembre. Aperto da lunedì 26 dicembre a domenica 8 gennaio. Domenica 1° gennaio apertura ore 14.00
Prezzi Ingresso Intero: euro 8,00
Ingresso Ridotto: euro 6,00 (Over 65)
Euro 5,00: Gruppi minimo 12 persone, previa prenotazione; studenti possessori della card "Io studio" della Provincia di Cuneo; possessori +Eventi Card.
Euro 3,00: bambini da 6 a 14 anni; scolaresche (con obbligo di accompagnamento guidato, standard euro 30,00 o altro percorso).
Ingresso Gratuito: Bambini fino a 5 anni; disabili e accompagnatori; possessori Carta Musei Torino Piemonte.
Audioguide: euro 3,00 (in italiano, francese, inglese, tedesco)
Qualora si preferisca l'accompagnamento di una guida: I gruppi (min. 12 persone, max 25) devono prenotarla obbligatoriamente.
Guida in lingua italiana: euro 65,00
Guida in lingua straniera: euro 75,00
I visitatori singoli sono invitati a verificarne telefonicamente la disponibilità e l'orario di partenza nei weekend e nei festivi: euro 5 adulti, euro 2 da 6 a 14 anni.
Cenni storici Estremamente scarse sono le notizie storiche sulle sue origini e vi sono non pochi dubbi sulla sua data di costruzione: c'è chi lo colloca nel XIII secolo e chi sostiene invece che la costruzione della torre risalga al 1350 e il resto ad epoca successiva. Attorno al Quattrocento il castello e i circostanti terreni appartenevano al marchese di Busca, i cui stemmi nobiliari furono infatti scoperti sotto gli intonaci di alcune stanze. Il castello passò poi numerosi proprietari dei quali non restano che poche notizie finché Camillo Benso Conte di Cavour vi giunse nel 1830, ospite degli zii, la famiglia De Tonnerre. Incaricato di amministrare questi beni di famiglia, dimostrò capacità organizzativa e apertura verso le nuove acquisizioni scientifiche. Conferì una nuova impronta all'agricoltura locale: tracciò canali, adottò nuovi sistemi razionali di coltivazione, fece piantare duecentomila nuove viti e tentò la coltivazione delle barbabietole. Fu nominato sindaco del piccolo comune nel maggio 1832 a ventidue anni e tale carica mantenne fino al febbraio 1849. Dal 2014 è patrimonio mondiale dell'umanità UNESCO.
Info Tel. +39 0173 262159 || Mail: [email protected], [email protected] || Sito: http://www.castellogrinzane.com/it/homepage
Aperture Aperti tutti i giorni dalle 10.00 alle 19.00, ultimo ingresso alle 18.00
Prezzi n.d.
Cenni storici Estremamente scarse sono le notizie storiche sulle sue origini e vi sono non pochi dubbi sulla sua data di costruzione: c'è chi lo colloca nel XIII secolo e chi sostiene invece che la costruzione della torre risalga al 1350 e il resto ad epoca successiva. Attorno al Quattrocento il castello e i circostanti terreni appartenevano al marchese di Busca, i cui stemmi nobiliari furono infatti scoperti sotto gli intonaci di alcune stanze. Il castello passò poi numerosi proprietari dei quali non restano che poche notizie finché Camillo Benso Conte di Cavour vi giunse nel 1830, ospite degli zii, la famiglia De Tonnerre. Incaricato di amministrare questi beni di famiglia, dimostrò capacità organizzativa e apertura verso le nuove acquisizioni scientifiche. Conferì una nuova impronta all'agricoltura locale: tracciò canali, adottò nuovi sistemi razionali di coltivazione, fece piantare duecentomila nuove viti e tentò la coltivazione delle barbabietole. Fu nominato sindaco del piccolo comune nel maggio 1832 a ventidue anni e tale carica mantenne fino al febbraio 1849. Dal 2014 è patrimonio mondiale dell'umanità UNESCO.
Info Tel. +39 0173 262159 || Mail: [email protected], [email protected] || Sito: http://www.castellogrinzane.com/it/homepage
Aperture Aperti tutti i giorni dalle 10.00 alle 19.00, ultimo ingresso alle 18.00
Prezzi n.d.
Cenni storici Il complesso, antico feudo savoiardo, appartiene da ben otto secoli alla stessa famiglia, i Malingri di Bagnolo. Comprende il castello-forte che svetta sulla collina, il castello-piano edificato più in basso che nel Seicento e Settecento è stato trasformato in palazzo e il borgo antico di Bagnolo.
Il castello-forte, di origine medioevale, fu ampliato nel ‘300 con la costruzione della torre delle scale e nel 1500 fu sopraelevato e ornato di merlature ghibelline. Il castello fu sempre usato per scopi difensivi per poi essere adibito a uso rurale nel ‘900. Oggi è possibile anche effettuare pernottamenti, avendo una parte adibita ad agriturismo. Intorno al palazzo si estende per circa due ettari il magnifico parco di impianto seicentesco rielaborato agli inizi dell’Ottocento secondo canoni romantici.
Info Tel:+39 335 5244080, +39 347 032348 | Email:[email protected], [email protected] | Web:http://www.castellodibagnolo.it http://www.facebook.com/castellodibagnolo
Aperture Dal 15 aprile al 15 novembre: su prenotazione e in occasione di eventi. 13, 20 e 27 maggio
2 giugno: evento su prenotazione no visita al castello. 24 giugno. 1 luglio. Aperto su prenotazione per gruppi (min. 20 persone).Orario: dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18.00
Prezzi Intero € 8; ridotto € 5; scuole € 6; gratuito fino a 3 anni, disabili, Abbonamento Musei.
Cenni storici Il complesso, antico feudo savoiardo, appartiene da ben otto secoli alla stessa famiglia, i Malingri di Bagnolo. Comprende il castello-forte che svetta sulla collina, il castello-piano edificato più in basso che nel Seicento e Settecento è stato trasformato in palazzo e il borgo antico di Bagnolo.
Il castello-forte, di origine medioevale, fu ampliato nel ‘300 con la costruzione della torre delle scale e nel 1500 fu sopraelevato e ornato di merlature ghibelline. Il castello fu sempre usato per scopi difensivi per poi essere adibito a uso rurale nel ‘900. Oggi è possibile anche effettuare pernottamenti, avendo una parte adibita ad agriturismo. Intorno al palazzo si estende per circa due ettari il magnifico parco di impianto seicentesco rielaborato agli inizi dell’Ottocento secondo canoni romantici.
Info Tel:+39 335 5244080, +39 347 032348 | Email:[email protected], [email protected] | Web:http://www.castellodibagnolo.it http://www.facebook.com/castellodibagnolo
Aperture Dal 15 aprile al 15 novembre: su prenotazione e in occasione di eventi. 13, 20 e 27 maggio
2 giugno: evento su prenotazione no visita al castello. 24 giugno. 1 luglio. Aperto su prenotazione per gruppi (min. 20 persone).Orario: dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18.00
Prezzi Intero € 8; ridotto € 5; scuole € 6; gratuito fino a 3 anni, disabili, Abbonamento Musei.
Cenni storici Le origini del Castello risalgono al Medioevo: posto in cima alla collina si trattava di un edificio-fortezza per la difesa del territorio, a pianta quadrata, circondato da un fossato. Ampliato a partire dal Quattrocento con torrioni, torri e sopraelevazioni, il castello ha assunto l’aspetto attuale grazie ai conti Beraudo di Pralormo che lo abitano dal 1680. Venute meno le esigenze militari, nel 1730 fu dotato di una bella cappella e di una sopraelevazione con saloni affrescati, ma la trasformazione radicale risale al 1840 quando Carlo Beraudo di Pralormo, ministro e ambasciatore di re Carlo Alberto, affidò l’edificio e il parco ai migliori architetti di corte. Ernesto Melano trasformò la fortezza in una piacevole dimora di rappresentanza, abolendo il fossato e il ponte levatoio e facendo del cortile centrale un grandioso salone da ballo alto tre piani. Il paesaggista Xavier Kurten creò un romantico parco all’inglese caratterizzato da un vero "percorso di delizie" con effetti scenografici e sapienti cannocchiali prospettici tra gli alberi, per dare risalto al magnifico panorama di montagne. Alla fine dell’Ottocento il parco fu arricchito di un'Orangerie, una grandiosa Cascina e una serra in vetro e ferro dei Fratelli Lefebvre di Parigi. Il Castello è tuttora permanentemente abitato dai proprietari che, ritenendosi “conservatori temporanei”, considerano giusto e doveroso preservare il castello e la tenuta con continui lavori di manutenzione, ma anche aprirli al pubblico, pur senza snaturarli.
Info Tel: +39 011 884870 , +39 011 8140981 || Email: [email protected] || Web: http://castellodipralormo.com https://it-it.facebook.com/Castello.di.Pralormo
Aperture (2018) Dal 31 marzo al 1 maggio. Dal 6 maggio al 25 novembre: domenica e festivi (chiuso agosto). Aperto nelle festività: Pasqua; Pasquetta; 25 aprile; 1 maggio; 2 giugno. Aperto su prenotazione per gruppi (min. 15 persone). Orario: 10.00-18.00.
Prezzi Intero € 9; gruppi (min. 15 persone) e convenzionati € 7; ridotto (4-12 anni, disabili) € 5; gratuito fino a 4 anni. "Il trenino del conte" (visita per min. 5-max. 12 persone per volta): intero € 12; ridotto € 10; ridotto (6-12 anni) € 8. Visita al castello e "Trenino del conte": intero € 15; ridotto (6-12 anni) € 10. Il costo della guida per gruppi è a parte. Messer Tulipano: intero € 8; gruppi (min. 15 persone) e convenzionati € 6,5; ridotto (4-12 anni, disabili) € 4; gratuito fino a 4 anni; biglietti acquistabili su www.ciaotickets.com
Cenni storici Le origini del Castello risalgono al Medioevo: posto in cima alla collina si trattava di un edificio-fortezza per la difesa del territorio, a pianta quadrata, circondato da un fossato. Ampliato a partire dal Quattrocento con torrioni, torri e sopraelevazioni, il castello ha assunto l’aspetto attuale grazie ai conti Beraudo di Pralormo che lo abitano dal 1680. Venute meno le esigenze militari, nel 1730 fu dotato di una bella cappella e di una sopraelevazione con saloni affrescati, ma la trasformazione radicale risale al 1840 quando Carlo Beraudo di Pralormo, ministro e ambasciatore di re Carlo Alberto, affidò l’edificio e il parco ai migliori architetti di corte. Ernesto Melano trasformò la fortezza in una piacevole dimora di rappresentanza, abolendo il fossato e il ponte levatoio e facendo del cortile centrale un grandioso salone da ballo alto tre piani. Il paesaggista Xavier Kurten creò un romantico parco all’inglese caratterizzato da un vero "percorso di delizie" con effetti scenografici e sapienti cannocchiali prospettici tra gli alberi, per dare risalto al magnifico panorama di montagne. Alla fine dell’Ottocento il parco fu arricchito di un'Orangerie, una grandiosa Cascina e una serra in vetro e ferro dei Fratelli Lefebvre di Parigi. Il Castello è tuttora permanentemente abitato dai proprietari che, ritenendosi “conservatori temporanei”, considerano giusto e doveroso preservare il castello e la tenuta con continui lavori di manutenzione, ma anche aprirli al pubblico, pur senza snaturarli.
Info Tel: +39 011 884870 , +39 011 8140981 || Email: [email protected] || Web: http://castellodipralormo.com https://it-it.facebook.com/Castello.di.Pralormo
Aperture (2018) Dal 31 marzo al 1 maggio. Dal 6 maggio al 25 novembre: domenica e festivi (chiuso agosto). Aperto nelle festività: Pasqua; Pasquetta; 25 aprile; 1 maggio; 2 giugno. Aperto su prenotazione per gruppi (min. 15 persone). Orario: 10.00-18.00.
Prezzi Intero € 9; gruppi (min. 15 persone) e convenzionati € 7; ridotto (4-12 anni, disabili) € 5; gratuito fino a 4 anni. "Il trenino del conte" (visita per min. 5-max. 12 persone per volta): intero € 12; ridotto € 10; ridotto (6-12 anni) € 8. Visita al castello e "Trenino del conte": intero € 15; ridotto (6-12 anni) € 10. Il costo della guida per gruppi è a parte. Messer Tulipano: intero € 8; gruppi (min. 15 persone) e convenzionati € 6,5; ridotto (4-12 anni, disabili) € 4; gratuito fino a 4 anni; biglietti acquistabili su www.ciaotickets.com
Cenni storici Situato sulla sponda sinistra del fiume Tanaro, in provincia di Cuneo, Govone si trova nel territorio del Roero. Confina con il Monferrato e guarda le Langhe.
La storia e l'evoluzione sociale di Govone è da sempre legata al suo Castello, delimitato a nord e ad ovest da un vasto parco all'inglese e ad est da un giardino pensile, ricco di aiuole, fontane ed alberi. Il Castello è citato in un atto di vendita del 989, ma la costruzione attuale è opera dei Conti Solaro, Signori di Govone fin dal XIII secolo. Successivamente venne acquistato da Vittorio Amedeo III Re di Sardegna. Dopo la sconfitta dei Piemontesi da parte delle truppe francesi, il Castello venne incamerato dalla Nazione Francese e nel 1810 fu messo all'asta e acquistato dal Conte Teobaldo Alfieri di Sostegno, che lo cedette nel 1816 al principe Carlo Felice, che quindi riprese il possesso del maniero. Il Castello Reale di Govone fa parte del circuito delle Residenze Sabaude piemontesi, che l'UNESCO ha inserito nella lista del patrimonio artistico mondiale (World Heritage). A seguito di accurati restauri ha riacquisito il suo antico decoro, nella splendida cornice del vasto parco.
Info Tel. 0173 58103, 338 6213763 | Mail: [email protected] | Sito: www.castellorealedigovone.it
Aperture Sabato e domenica; aprile, maggio, giugno, settembre, ottobre: 10.00-12.00, 15.00-18.00; luglio e agosto: 10.00-12.00, 16.00-19.00. Aperture straordinarie: novembre e dicembre. Aperto su prenotazione per gruppi (min. 10 persone).
Prezzi Intero € 5; ridotto (over 65) e gruppi (min. 20 persone) € 4; gratuito scuole e fino a 14 anni.
Cenni storici Situato sulla sponda sinistra del fiume Tanaro, in provincia di Cuneo, Govone si trova nel territorio del Roero. Confina con il Monferrato e guarda le Langhe.
La storia e l'evoluzione sociale di Govone è da sempre legata al suo Castello, delimitato a nord e ad ovest da un vasto parco all'inglese e ad est da un giardino pensile, ricco di aiuole, fontane ed alberi. Il Castello è citato in un atto di vendita del 989, ma la costruzione attuale è opera dei Conti Solaro, Signori di Govone fin dal XIII secolo. Successivamente venne acquistato da Vittorio Amedeo III Re di Sardegna. Dopo la sconfitta dei Piemontesi da parte delle truppe francesi, il Castello venne incamerato dalla Nazione Francese e nel 1810 fu messo all'asta e acquistato dal Conte Teobaldo Alfieri di Sostegno, che lo cedette nel 1816 al principe Carlo Felice, che quindi riprese il possesso del maniero. Il Castello Reale di Govone fa parte del circuito delle Residenze Sabaude piemontesi, che l'UNESCO ha inserito nella lista del patrimonio artistico mondiale (World Heritage). A seguito di accurati restauri ha riacquisito il suo antico decoro, nella splendida cornice del vasto parco.
Info Tel. 0173 58103, 338 6213763 | Mail: [email protected] | Sito: www.castellorealedigovone.it
Aperture Sabato e domenica; aprile, maggio, giugno, settembre, ottobre: 10.00-12.00, 15.00-18.00; luglio e agosto: 10.00-12.00, 16.00-19.00. Aperture straordinarie: novembre e dicembre. Aperto su prenotazione per gruppi (min. 10 persone).
Prezzi Intero € 5; ridotto (over 65) e gruppi (min. 20 persone) € 4; gratuito scuole e fino a 14 anni.
Fondato intorno all’XI secolo come casaforte nella Marca di Torino, il castello di Racconigi passò successivamente ai marchesi di Saluzzo e poi ai Savoia. L’originaria struttura fortificata con torri angolari fu trasformata nel corso del XVII secolo: nel 1670, in concomitanza con l’elevazione del castello a residenza dei Savoia-Carignano, André Le Nôtre progettò il giardino; nel 1676 Guarino Guarini intraprese una globale ristrutturazione dell’edificio, mai portata a termine. Con l’ascesa al trono di Carlo Alberto, principe di Carignano, la residenza assunse il suo aspetto odierno: nel 1820 il giardiniere tedesco Xavier Kurten ridisegnò gli spazi verdi, mentre la decorazione e il riallestimento degli interni furono affidati all’architetto Pelagio Palagi, il cui gusto tra neoclassico ed eclettico è ben rappresentato da un ambiente di singolare fascino come il Gabinetto Etrusco. Contemporaneamente furono costruiti, ai margini del parco, gli edifici di servizio in stile neogotico delle Serre e della Margaria, destinata alla gestione agricola del territorio di pertinenza del castello. Col trasferimento della capitale da Torino a Firenze (1865) e poi a Roma (1871), i reali persero progressivamente interesse per il castello, almeno sino ai primi anni del XX secolo, quando il re Vittorio Emanuele III la elesse di nuovo a sede di villeggiatura. Il castello fu acquistato nel 1980 dallo Stato italiano.
Info Telefono (dal martedì alla domenica dalle 9.00 alle 18.00): 0172 84005 || mail: [email protected]
Telefono prenotazioni (dal martedì al giovedì dalle 9.00 alle 12.30): 0172 84595 || mail: [email protected]
Orari Castello
lunedì chiuso
martedì dalle 9.00 alle 19.00 (ultimo ingresso 18.00)
mercoledì dalle 9.00 alle 19.00 (ultimo ingresso 18.00)
giovedì dalle 9.00 alle 19.00 (ultimo ingresso 18.00)
venerdì dalle 9.00 alle 19.00 (ultimo ingresso 18.00)
sabato dalle 9.00 alle 19.00 (ultimo ingresso 18.00)
domenica dalle 9.00 alle 19.00 (ultimo ingresso 18.00)
Orari Parco
lunedì chiuso
martedì dalle 9.30 alle 19.00 (ultimo ingresso 18.30)
mercoledì dalle 9.30 alle 19.00 (ultimo ingresso 18.30)
giovedì dalle 9.30 alle 19.00 (ultimo ingresso 18.30)
venerdì dalle 9.30 alle 19.00 (ultimo ingresso 18.30)
sabato dalle 9.30 alle 19.00 (ultimo ingresso 18.30)
domenica dalle 9.30 alle 19.00 (ultimo ingresso 18.30)
Prezzi
Castello 5,00 Euro
Ridotto 2,50 Euro per i ragazzi dai 18 ai 25 anni
Parco 2,00 Euro
Ridotto 1,00 Euro per i ragazzi dai 18 ai 25 anni
Gratuito per:
minori di 18 anni;
docenti delle scuole italiane pubbliche e private paritarie con presentazione della certificazione del proprio stato di docente;
studenti delle facoltà di Architettura, Lettere e Filosofia;
titolari dell’Abbonamento Musei e Torino+Piemonte Card;
personale MiBACT;
membri ICOM;
giornalisti muniti di tessera professionale;
persone con disabilità e relativi accompagnatori.
Ingresso gratuito la prima domenica del mese.
L’accesso al Castello è previsto con visite accompagnate dal personale di vigilanza in gruppi di massimo 25 persone.
Dal martedì al sabato la visita avviene con partenze ad orari stabiliti: 9.00, 10.30, 12.00, 14.00, 15.30, 17.00, 18.00.
La domenica la visita è libera.
Fondato intorno all’XI secolo come casaforte nella Marca di Torino, il castello di Racconigi passò successivamente ai marchesi di Saluzzo e poi ai Savoia. L’originaria struttura fortificata con torri angolari fu trasformata nel corso del XVII secolo: nel 1670, in concomitanza con l’elevazione del castello a residenza dei Savoia-Carignano, André Le Nôtre progettò il giardino; nel 1676 Guarino Guarini intraprese una globale ristrutturazione dell’edificio, mai portata a termine. Con l’ascesa al trono di Carlo Alberto, principe di Carignano, la residenza assunse il suo aspetto odierno: nel 1820 il giardiniere tedesco Xavier Kurten ridisegnò gli spazi verdi, mentre la decorazione e il riallestimento degli interni furono affidati all’architetto Pelagio Palagi, il cui gusto tra neoclassico ed eclettico è ben rappresentato da un ambiente di singolare fascino come il Gabinetto Etrusco. Contemporaneamente furono costruiti, ai margini del parco, gli edifici di servizio in stile neogotico delle Serre e della Margaria, destinata alla gestione agricola del territorio di pertinenza del castello. Col trasferimento della capitale da Torino a Firenze (1865) e poi a Roma (1871), i reali persero progressivamente interesse per il castello, almeno sino ai primi anni del XX secolo, quando il re Vittorio Emanuele III la elesse di nuovo a sede di villeggiatura. Il castello fu acquistato nel 1980 dallo Stato italiano.
Info Telefono (dal martedì alla domenica dalle 9.00 alle 18.00): 0172 84005 || mail: [email protected]
Telefono prenotazioni (dal martedì al giovedì dalle 9.00 alle 12.30): 0172 84595 || mail: [email protected]
Orari Castello
lunedì chiuso
martedì dalle 9.00 alle 19.00 (ultimo ingresso 18.00)
mercoledì dalle 9.00 alle 19.00 (ultimo ingresso 18.00)
giovedì dalle 9.00 alle 19.00 (ultimo ingresso 18.00)
venerdì dalle 9.00 alle 19.00 (ultimo ingresso 18.00)
sabato dalle 9.00 alle 19.00 (ultimo ingresso 18.00)
domenica dalle 9.00 alle 19.00 (ultimo ingresso 18.00)
Orari Parco
lunedì chiuso
martedì dalle 9.30 alle 19.00 (ultimo ingresso 18.30)
mercoledì dalle 9.30 alle 19.00 (ultimo ingresso 18.30)
giovedì dalle 9.30 alle 19.00 (ultimo ingresso 18.30)
venerdì dalle 9.30 alle 19.00 (ultimo ingresso 18.30)
sabato dalle 9.30 alle 19.00 (ultimo ingresso 18.30)
domenica dalle 9.30 alle 19.00 (ultimo ingresso 18.30)
Prezzi
Castello 5,00 Euro
Ridotto 2,50 Euro per i ragazzi dai 18 ai 25 anni
Parco 2,00 Euro
Ridotto 1,00 Euro per i ragazzi dai 18 ai 25 anni
Gratuito per:
minori di 18 anni;
docenti delle scuole italiane pubbliche e private paritarie con presentazione della certificazione del proprio stato di docente;
studenti delle facoltà di Architettura, Lettere e Filosofia;
titolari dell’Abbonamento Musei e Torino+Piemonte Card;
personale MiBACT;
membri ICOM;
giornalisti muniti di tessera professionale;
persone con disabilità e relativi accompagnatori.
Ingresso gratuito la prima domenica del mese.
L’accesso al Castello è previsto con visite accompagnate dal personale di vigilanza in gruppi di massimo 25 persone.
Dal martedì al sabato la visita avviene con partenze ad orari stabiliti: 9.00, 10.30, 12.00, 14.00, 15.30, 17.00, 18.00.
La domenica la visita è libera.
Costituisce uno dei più grandiosi monumenti europei nell'ambito della fortificazione permanente del XVIII secolo, uno dei pochi ancora esistenti e sicuramente uno dei meglio conservati in Europa. È l'unica fortezza di pianura costruita dai Savoia nel XVIII secolo ed è l'unica fortezza europea ancora oggi inserita nel suo contesto ambientale originario: non esiste uno schermo di case che chiude la visuale dei bastioni, o una strada ad alta percorrenza a circondare i fossati. La Cittadella di Alessandria, fortezza di primo rango, venne concepita per funzionare da sbarramento. È un perfetto esempio di fortificazione alla moderna, si compone di sei fronti bastionati forniti di cavalieri, collegati da spesse cortine rettilinee e percorsi da gallerie e casematte. Tra le meglio conservate d'Italia, dal 2006 è stata inserita nella "Tentative List" per la candidatura alla Lista del Patrimonio Mondiale dell'Umanità UNESCO.
Info: https://www.cittadella-alessandria.com/
Costituisce uno dei più grandiosi monumenti europei nell'ambito della fortificazione permanente del XVIII secolo, uno dei pochi ancora esistenti e sicuramente uno dei meglio conservati in Europa. È l'unica fortezza di pianura costruita dai Savoia nel XVIII secolo ed è l'unica fortezza europea ancora oggi inserita nel suo contesto ambientale originario: non esiste uno schermo di case che chiude la visuale dei bastioni, o una strada ad alta percorrenza a circondare i fossati. La Cittadella di Alessandria, fortezza di primo rango, venne concepita per funzionare da sbarramento. È un perfetto esempio di fortificazione alla moderna, si compone di sei fronti bastionati forniti di cavalieri, collegati da spesse cortine rettilinee e percorsi da gallerie e casematte. Tra le meglio conservate d'Italia, dal 2006 è stata inserita nella "Tentative List" per la candidatura alla Lista del Patrimonio Mondiale dell'Umanità UNESCO.
Info: https://www.cittadella-alessandria.com/
Cenni storici Il forte è uno dei più importanti sistemi difensivi del Piemonte, insieme al complesso fortificato di Fenestrelle e a quello di Vinadio. Venne impiegato a fasi alterne sia dai Savoia e sia dai francesi. La sua posizione al centro di una strettoia dell'alta Valle di Susa infatti lo rendeva una minaccia sia per gli eserciti che scendevano dall'alta valle che per quelli che risalivano dal fondo valle. Dopo varie peripezie militari, con l'avvento di Napoleone Bonaparte il forte è destinato alla demolizione: così vuole il Trattato di Parigi. Verrà riedificato con il ritorno del Piemonte e dei Savoia al Regno di Sardegna. La ricostruzione dura dal 1818 al 1829: viene riproposta la stessa architettura preesistente, aggiornandola soltanto alle nuove esigenze militari. L'8 settembre 1943 il Forte di Exilles viene abbandonato definitivamente dall'esercito e rimane a lungo in balìa dei vandali e degli eventi atmosferici. Nel 1978 la Regione Piemonte acquisisce il bene dal Demanio Militare con comodato, con l'impegno di provvedere al restauro e recupero funzionale del monumento. Dal 2000 è aperto al pubblico; all'interno sono organizzati vari eventi e manifestazioni.
Info Tel. 327 6262304 || Mail: [email protected] || Sito http://www.exillesilforte.it/
Aperture Gli appuntamenti sono a ingresso libero, tranne le visite a cura dell’associazione Amici del Forte (info prezzi e prenotazioni 327 6262304 | ilfortediexilles.it). In caso di pioggia, gli appuntamenti previsti al Giasset si svolgono presso la Cappella del Forte.
Il Forte è aperto (ore 10-18) a giugno e settembre tutti i sabati e le domeniche, a luglio e agosto: da martedì a domenica (14-15 agosto aperto). Orari visite 11-12 / 14-16.
(eventi) http://www.exillesilforte.it/programma/
Cenni storici Il forte è uno dei più importanti sistemi difensivi del Piemonte, insieme al complesso fortificato di Fenestrelle e a quello di Vinadio. Venne impiegato a fasi alterne sia dai Savoia e sia dai francesi. La sua posizione al centro di una strettoia dell'alta Valle di Susa infatti lo rendeva una minaccia sia per gli eserciti che scendevano dall'alta valle che per quelli che risalivano dal fondo valle. Dopo varie peripezie militari, con l'avvento di Napoleone Bonaparte il forte è destinato alla demolizione: così vuole il Trattato di Parigi. Verrà riedificato con il ritorno del Piemonte e dei Savoia al Regno di Sardegna. La ricostruzione dura dal 1818 al 1829: viene riproposta la stessa architettura preesistente, aggiornandola soltanto alle nuove esigenze militari. L'8 settembre 1943 il Forte di Exilles viene abbandonato definitivamente dall'esercito e rimane a lungo in balìa dei vandali e degli eventi atmosferici. Nel 1978 la Regione Piemonte acquisisce il bene dal Demanio Militare con comodato, con l'impegno di provvedere al restauro e recupero funzionale del monumento. Dal 2000 è aperto al pubblico; all'interno sono organizzati vari eventi e manifestazioni.
Info Tel. 327 6262304 || Mail: [email protected] || Sito http://www.exillesilforte.it/
Aperture Gli appuntamenti sono a ingresso libero, tranne le visite a cura dell’associazione Amici del Forte (info prezzi e prenotazioni 327 6262304 | ilfortediexilles.it). In caso di pioggia, gli appuntamenti previsti al Giasset si svolgono presso la Cappella del Forte.
Il Forte è aperto (ore 10-18) a giugno e settembre tutti i sabati e le domeniche, a luglio e agosto: da martedì a domenica (14-15 agosto aperto). Orari visite 11-12 / 14-16.
(eventi) http://www.exillesilforte.it/programma/
Cenni storici Progettata inizialmente dall'ingegnere Ignazio Bertola nel XVIII secolo con funzione di protezione del confine franco-piemontese, la fortezza venne completata solamente nel secolo successivo e non fu mai coinvolta in assedi o assalti in forze degni di nota o rilievo; fu invece protagonista di alcune schermaglie minori e di un breve scontro nel corso della seconda guerra mondiale. Dopo un lungo periodo di abbandono, durato praticamente dal 1946 al 1990, è iniziato un progetto di recupero, tuttora in corso, che l'ha riaperta al turismo. Per le sue dimensioni e il suo sviluppo lungo tutto il fianco sinistro della valle, la fortezza è anche detta la grande muraglia piemontese. Dal 1999 è diventata il simbolo della Provincia di Torino e nel 2007 il World Monuments Fund l'ha inserita nella lista dei 100 siti storico-archeologici di rilevanza mondiale più a rischio.
Info Tel 0121.83600 Fax 0121.884642 || Mail: [email protected] || Sito: https://www.fortedifenestrelle.it/
Aperture Da Settembre a Giugno la Fortezza è aperta tutti i giorni, esclusi il martedì e il mercoledì, con orari:
mattina: 10:00 - 13:00
pomeriggio 14:30 - 17:00.
Nei mesi di Luglio e Agosto è aperta tutti i giorni con orari:
mattina: 09:00 - 13:00
pomeriggio: 14:30 - 18:00.
Cenni storici Progettata inizialmente dall'ingegnere Ignazio Bertola nel XVIII secolo con funzione di protezione del confine franco-piemontese, la fortezza venne completata solamente nel secolo successivo e non fu mai coinvolta in assedi o assalti in forze degni di nota o rilievo; fu invece protagonista di alcune schermaglie minori e di un breve scontro nel corso della seconda guerra mondiale. Dopo un lungo periodo di abbandono, durato praticamente dal 1946 al 1990, è iniziato un progetto di recupero, tuttora in corso, che l'ha riaperta al turismo. Per le sue dimensioni e il suo sviluppo lungo tutto il fianco sinistro della valle, la fortezza è anche detta la grande muraglia piemontese. Dal 1999 è diventata il simbolo della Provincia di Torino e nel 2007 il World Monuments Fund l'ha inserita nella lista dei 100 siti storico-archeologici di rilevanza mondiale più a rischio.
Info Tel 0121.83600 Fax 0121.884642 || Mail: [email protected] || Sito: https://www.fortedifenestrelle.it/
Aperture Da Settembre a Giugno la Fortezza è aperta tutti i giorni, esclusi il martedì e il mercoledì, con orari:
mattina: 10:00 - 13:00
pomeriggio 14:30 - 17:00.
Nei mesi di Luglio e Agosto è aperta tutti i giorni con orari:
mattina: 09:00 - 13:00
pomeriggio: 14:30 - 18:00.
Eretto come fortezza a partire dal 1834 per volere di Carlo Alberto di Savoia, poteva sfruttare una posizione strategica, da cui si potevano tenere sotto controllo le circostanti valli confinanti con la Francia: fu un'opera da considerarsi tra le più imponenti dell'arco alpino. La lunghezza delle mura è di circa 1.200 metri e i camminamenti, che si snodano al suo interno su tre livelli, raggiungono una lunghezza di circa 10 km. I lavori, in cui vennero impiegati circa 4.000 operai provenienti anche dalle zone di Bergamo e Biella. I lavori terminarono nel 1847, nonostante un'interruzione dal 1837 al 1839. Il forte non fu segnato da eventi bellici importanti e nel 1862 fu utilizzato come carcere per un gruppo di Garibaldini rifugiatisi in Aspromonte.Durante la seconda guerra mondiale venne occupato dalle truppe tedesche e verso la fine del conflitto subì alcuni bombardamenti da parte di truppe Angloamericane le cui tracce sono visibili ancora oggi. Le truppe tedesche, scappando, fecero esplodere alcuni locali che erano adibiti a polveriera. Successivamente venne completamente abbandonato. Dopo alcuni importanti interventi di restauro, è stato riaperto al pubblico all'interno, nei mesi invernali è attiva una pista di pattinaggio su ghiaccio e un bar.
Info Tel.0171 959151 / 340 4962384 || Mail: [email protected]
Eretto come fortezza a partire dal 1834 per volere di Carlo Alberto di Savoia, poteva sfruttare una posizione strategica, da cui si potevano tenere sotto controllo le circostanti valli confinanti con la Francia: fu un'opera da considerarsi tra le più imponenti dell'arco alpino. La lunghezza delle mura è di circa 1.200 metri e i camminamenti, che si snodano al suo interno su tre livelli, raggiungono una lunghezza di circa 10 km. I lavori, in cui vennero impiegati circa 4.000 operai provenienti anche dalle zone di Bergamo e Biella. I lavori terminarono nel 1847, nonostante un'interruzione dal 1837 al 1839. Il forte non fu segnato da eventi bellici importanti e nel 1862 fu utilizzato come carcere per un gruppo di Garibaldini rifugiatisi in Aspromonte.Durante la seconda guerra mondiale venne occupato dalle truppe tedesche e verso la fine del conflitto subì alcuni bombardamenti da parte di truppe Angloamericane le cui tracce sono visibili ancora oggi. Le truppe tedesche, scappando, fecero esplodere alcuni locali che erano adibiti a polveriera. Successivamente venne completamente abbandonato. Dopo alcuni importanti interventi di restauro, è stato riaperto al pubblico all'interno, nei mesi invernali è attiva una pista di pattinaggio su ghiaccio e un bar.
Info Tel.0171 959151 / 340 4962384 || Mail: [email protected]
Cenni storici Nel 1500 la Famiglia Cerrato dà inizio alla costruzione dell’attuale Castello. Successivamente, passerà di proprietà in proprietà, contando un restauro parziale dell'architetto Juvarra. Il Re Carlo Alberto acquista dai due istituti di carità il Castello di Verduno, affidando la direzione della tenuta e della cantina al Generale Carlo Staglieno, famoso enologo. Costui qui sperimentò le prime vinificazioni del Nebbiolo con il metodo suggerito da Giulia Falletti Colbert, gettando le basi del Barolo odierno. In questo palazzo, per lunghi periodi soggiornò Oddone, figlio di Vittorio Emanuele II. Di salute cagionevole, occupava il tempo nello studio e nella catalogazione dei reperti fossili rinvenuti nelle vicine “Rocche Patarine.” Nel 1909 la famiglia Burlotto acquista il Castello e le terre da Casa Savoia. Il Commendator Giovanni Battista Burlotto adibisce parte del Castello ad albergo e riattiva le cantine per la produzione del Barolo e del Verduno.
Oggi Elisa Burlotto, figlia del Commendatore Giovanni Battista dedica con passione il suo tempo a ciò che è diventato il Real Castello.
Info Tel: 0172 470125, Fax: 0172 470298 || Email: [email protected] || Web:http://realcastello.com/ https://www.facebook.com/realcastellodiverduno/ https://instagram.com/realcastello/
Cenni storici Nel 1500 la Famiglia Cerrato dà inizio alla costruzione dell’attuale Castello. Successivamente, passerà di proprietà in proprietà, contando un restauro parziale dell'architetto Juvarra. Il Re Carlo Alberto acquista dai due istituti di carità il Castello di Verduno, affidando la direzione della tenuta e della cantina al Generale Carlo Staglieno, famoso enologo. Costui qui sperimentò le prime vinificazioni del Nebbiolo con il metodo suggerito da Giulia Falletti Colbert, gettando le basi del Barolo odierno. In questo palazzo, per lunghi periodi soggiornò Oddone, figlio di Vittorio Emanuele II. Di salute cagionevole, occupava il tempo nello studio e nella catalogazione dei reperti fossili rinvenuti nelle vicine “Rocche Patarine.” Nel 1909 la famiglia Burlotto acquista il Castello e le terre da Casa Savoia. Il Commendator Giovanni Battista Burlotto adibisce parte del Castello ad albergo e riattiva le cantine per la produzione del Barolo e del Verduno.
Oggi Elisa Burlotto, figlia del Commendatore Giovanni Battista dedica con passione il suo tempo a ciò che è diventato il Real Castello.
Info Tel: 0172 470125, Fax: 0172 470298 || Email: [email protected] || Web:http://realcastello.com/ https://www.facebook.com/realcastellodiverduno/ https://instagram.com/realcastello/
Restituita alla magnificenza barocca cui fu ispirata alla metà del Seicento dal duca Carlo Emanuele II di Savoia, la Reggia di Venaria è tornata simbolo di modernità e cultura. L'edificio monumentale, di 80.000 metri quadrati di superficie, vanta alcune delle più alte espressioni del barocco europeo: l'incantevole scenario del Salone di Diana progettato da Amedeo di Castellamonte, la solennità della Galleria Grande e della Cappella di Sant'Uberto con l'immenso complesso delle Scuderie Juvarriane, opere settecentesche di Filippo Juvarra, le fastose decorazioni unitamente a Ripopolare la Reggia, il suggestivo allestimento sulla vita di corte di Peter Greenaway, rappresentano la cornice ideale del Teatro di Storia e Magnificenza, il percorso espositivo dedicato ai Savoia che accompagna il visitatore lungo quasi 2.000 metri, tra piano interrato e piano nobile della Reggia.
Vista dall'alto la Reggia con i suoi Giardini disegna intorno a sé uno spazio di 950.000 metri quadrati di architetture e parchi indivisi e costituisce il perno dal quale si articolano il grande complesso delle Scuderie Juvarriane, il Centro Conservazione e Restauro, il Centro Storico cittadino, il Borgo Castello e la Cascina Rubbianetta (oggi sede del prestigioso Centro Internazionale del Cavallo) in un orizzonte di boschi e castelli che si perde a sua volta negli oltre 6.000 ettari di verde del vicino Parco La Mandria. I Giardini si presentano oggi come uno stretto connubio tra antico e moderno, un dialogo virtuoso tra insediamenti archeologici e opere contemporanee, il tutto incorniciato in una visione all'infinito: con le grotte seicentesche, i resti della Fontana dell'Ercole e del Tempio di Diana, la rinata Peschiera, il Gran Parterre, le Allee, il Giardino a Fiori e delle Rose, il Potager Royal.
La Venaria Reale, dichiarata dall'Unesco Patrimonio dell'Umanità, si colloca al centro del circuito delle Residenze Reali del Piemonte ed è connessa con il sistema museale concentrico di Torino.
Info: Tel: +39 011 4992333 || Email: [email protected], [email protected] || Web: http://www.lavenaria.it
Restituita alla magnificenza barocca cui fu ispirata alla metà del Seicento dal duca Carlo Emanuele II di Savoia, la Reggia di Venaria è tornata simbolo di modernità e cultura. L'edificio monumentale, di 80.000 metri quadrati di superficie, vanta alcune delle più alte espressioni del barocco europeo: l'incantevole scenario del Salone di Diana progettato da Amedeo di Castellamonte, la solennità della Galleria Grande e della Cappella di Sant'Uberto con l'immenso complesso delle Scuderie Juvarriane, opere settecentesche di Filippo Juvarra, le fastose decorazioni unitamente a Ripopolare la Reggia, il suggestivo allestimento sulla vita di corte di Peter Greenaway, rappresentano la cornice ideale del Teatro di Storia e Magnificenza, il percorso espositivo dedicato ai Savoia che accompagna il visitatore lungo quasi 2.000 metri, tra piano interrato e piano nobile della Reggia.
Vista dall'alto la Reggia con i suoi Giardini disegna intorno a sé uno spazio di 950.000 metri quadrati di architetture e parchi indivisi e costituisce il perno dal quale si articolano il grande complesso delle Scuderie Juvarriane, il Centro Conservazione e Restauro, il Centro Storico cittadino, il Borgo Castello e la Cascina Rubbianetta (oggi sede del prestigioso Centro Internazionale del Cavallo) in un orizzonte di boschi e castelli che si perde a sua volta negli oltre 6.000 ettari di verde del vicino Parco La Mandria. I Giardini si presentano oggi come uno stretto connubio tra antico e moderno, un dialogo virtuoso tra insediamenti archeologici e opere contemporanee, il tutto incorniciato in una visione all'infinito: con le grotte seicentesche, i resti della Fontana dell'Ercole e del Tempio di Diana, la rinata Peschiera, il Gran Parterre, le Allee, il Giardino a Fiori e delle Rose, il Potager Royal.
La Venaria Reale, dichiarata dall'Unesco Patrimonio dell'Umanità, si colloca al centro del circuito delle Residenze Reali del Piemonte ed è connessa con il sistema museale concentrico di Torino.
Info: Tel: +39 011 4992333 || Email: [email protected], [email protected] || Web: http://www.lavenaria.it
Cenni storici La data di avvio della sua edificazione non è determinabile con esattezza, anche se la prima citazione conosciuta di Candelo, nella sua antica denominazione Canderium, risale all'anno 988, in un documento in cui Ottone III ne conferma il possesso al feudatario Manfredo; la storia tende a collocarne la costruzione tra la fine del XIII e l'inizio del XIV secolo, mentre ne è certa l'esistenza nell'anno 1374, quando la comunità di Candelo fece atto di dedizione spontanea a casa Savoia. La struttura è quasi interamente cinta da mura, con torri cilindriche agli angoli, a esclusione del lato meridionale, dove nel 1819 è stato costruito il palazzo comunale, in uno stile neoclassico decisamente stridente con tutta la parte più antica. Il ricetto è composto da circa duecento edifici denominati cellule che occupano un'area di circa 13.000 m2 dalla forma pentagonale e con un perimetro di circa 470 metri. Misura circa 110 metri di larghezza per 120 metri di lunghezza.
Info tel. 015.2536728; fax 015.2538957 || Email: [email protected] || Sito: http://www.prolococandelo.it/ - http://www.candeloeventi.it/
Cenni storici La data di avvio della sua edificazione non è determinabile con esattezza, anche se la prima citazione conosciuta di Candelo, nella sua antica denominazione Canderium, risale all'anno 988, in un documento in cui Ottone III ne conferma il possesso al feudatario Manfredo; la storia tende a collocarne la costruzione tra la fine del XIII e l'inizio del XIV secolo, mentre ne è certa l'esistenza nell'anno 1374, quando la comunità di Candelo fece atto di dedizione spontanea a casa Savoia. La struttura è quasi interamente cinta da mura, con torri cilindriche agli angoli, a esclusione del lato meridionale, dove nel 1819 è stato costruito il palazzo comunale, in uno stile neoclassico decisamente stridente con tutta la parte più antica. Il ricetto è composto da circa duecento edifici denominati cellule che occupano un'area di circa 13.000 m2 dalla forma pentagonale e con un perimetro di circa 470 metri. Misura circa 110 metri di larghezza per 120 metri di lunghezza.
Info tel. 015.2536728; fax 015.2538957 || Email: [email protected] || Sito: http://www.prolococandelo.it/ - http://www.candeloeventi.it/
Il primo documento scritto che cita la presenza della fortezza è del X secolo che attesta la fortificazione al Vescovo di Vercelli. Altro documento risale al 1167 quando Federico Barbarossa, imperatore del Sacro Romano Impero, di ritorno da Roma, vedendosi rifiutare il passaggio nella fortezza, rase al suolo le fortificazioni e il borgo al suo interno.Nel 1315, il Vescovo di Casale Monferrato impegnò ingenti finanziamenti per riedificare le fortificazioni e il borgo. Successivamente la fortezza fu al centro di una contesa tra i Savoia e i marchesi del Monferrato e la Rocca di Verrua cadde nelle mani della dinastia Savoia. La Rocca resistette a molti assedi, quello di maggiore importanza fu nel 1704 contro i franco-spagnoli durante la Guerra di successione spagnola. Oggi questo sito è caduto in rovina anche per l’estrazione della calce dalla collina adiacente al complesso. Dopo essere stato ricovero per soldati feriti e invalidi in età napoleonica, nel 1957, dopo un lungo periodo di abbandono, venne venduto alla ditta che compì i lavori di estrazione. Nel 2008 la Famiglia ha donato la Rocca alla Fondazione Eugenio Piazza Verrua Celeberrima che si occupa della sua organizzazione culturale.
Info Telefono 01119838708 || Mail: [email protected] || Sito http://www.fortezzadiverrua.it/
Aperture:
La Fortezza è aperta tutte le domeniche e i giorni festivi da marzo ad ottobre dalle ore 15 alle 18
Visite guidate € 3, telefonando al numero 01119838708
Il primo documento scritto che cita la presenza della fortezza è del X secolo che attesta la fortificazione al Vescovo di Vercelli. Altro documento risale al 1167 quando Federico Barbarossa, imperatore del Sacro Romano Impero, di ritorno da Roma, vedendosi rifiutare il passaggio nella fortezza, rase al suolo le fortificazioni e il borgo al suo interno.Nel 1315, il Vescovo di Casale Monferrato impegnò ingenti finanziamenti per riedificare le fortificazioni e il borgo. Successivamente la fortezza fu al centro di una contesa tra i Savoia e i marchesi del Monferrato e la Rocca di Verrua cadde nelle mani della dinastia Savoia. La Rocca resistette a molti assedi, quello di maggiore importanza fu nel 1704 contro i franco-spagnoli durante la Guerra di successione spagnola. Oggi questo sito è caduto in rovina anche per l’estrazione della calce dalla collina adiacente al complesso. Dopo essere stato ricovero per soldati feriti e invalidi in età napoleonica, nel 1957, dopo un lungo periodo di abbandono, venne venduto alla ditta che compì i lavori di estrazione. Nel 2008 la Famiglia ha donato la Rocca alla Fondazione Eugenio Piazza Verrua Celeberrima che si occupa della sua organizzazione culturale.
Info Telefono 01119838708 || Mail: [email protected] || Sito http://www.fortezzadiverrua.it/
Aperture:
La Fortezza è aperta tutte le domeniche e i giorni festivi da marzo ad ottobre dalle ore 15 alle 18
Visite guidate € 3, telefonando al numero 01119838708
Cenni storici Rappresenta il simbolo vero e proprio di Barbaresco e dalla sua sommità è possibile scorgere tutti i paese circostanti. Costruita alla fine dell'XI non si conosce, in base agli studi attuali, la storia precisa relativa alla sua edificazione. Faceva parte di un complesso sistema di fortificazioni e di un castello più antico dell'attuale, tracce di tali opere si possono ammirare in una scultura presente all'interno del coro ligneo all'interno della cattedrale di Alba. Probabilmente l'edificio appartiene a un sistema di torri di avvistamento che si sono sviluppate lungo il fiume Tanaro sul territorio delle città fra Asti e Alba, patrimonio bellico del Ducato del Monferrato. La torre è ripiena di terra fino a metà e si raggiunge l'entrata attraverso una scala a pioli dalla parte del fiume Tanaro.
Dal 1985 è di proprietà del Comune di Barbaresco.
Info Tel: +39 333 9040135 || Email: [email protected] || Web: http://www.enotecadelbarbaresco.it https://www.facebook.com/torredibarbaresco/
Aperture 2018 Tutti i giorni. Da aprile a novembre: 10.00-19.00; da dicembre a marzo: 10.00-18.00.
Aperto nelle festività: 1 gennaio; 6 gennaio; Pasqua; Pasquetta; 25 aprile; 1 maggio; 2 giugno; 15 agosto; 1 novembre; 8 dicembre. Chiuso dal 6 al 31 gennaio.
Prezzo Biglietto intero (adulti) € 5,00; Biglietto ridotto (6-12 anni, over 65) e gruppi (min. 10 persone) € 4,00; Biglietto gratuito per bambini (0-6 anni) e portatori di handicap.
Cenni storici Rappresenta il simbolo vero e proprio di Barbaresco e dalla sua sommità è possibile scorgere tutti i paese circostanti. Costruita alla fine dell'XI non si conosce, in base agli studi attuali, la storia precisa relativa alla sua edificazione. Faceva parte di un complesso sistema di fortificazioni e di un castello più antico dell'attuale, tracce di tali opere si possono ammirare in una scultura presente all'interno del coro ligneo all'interno della cattedrale di Alba. Probabilmente l'edificio appartiene a un sistema di torri di avvistamento che si sono sviluppate lungo il fiume Tanaro sul territorio delle città fra Asti e Alba, patrimonio bellico del Ducato del Monferrato. La torre è ripiena di terra fino a metà e si raggiunge l'entrata attraverso una scala a pioli dalla parte del fiume Tanaro.
Dal 1985 è di proprietà del Comune di Barbaresco.
Info Tel: +39 333 9040135 || Email: [email protected] || Web: http://www.enotecadelbarbaresco.it https://www.facebook.com/torredibarbaresco/
Aperture 2018 Tutti i giorni. Da aprile a novembre: 10.00-19.00; da dicembre a marzo: 10.00-18.00.
Aperto nelle festività: 1 gennaio; 6 gennaio; Pasqua; Pasquetta; 25 aprile; 1 maggio; 2 giugno; 15 agosto; 1 novembre; 8 dicembre. Chiuso dal 6 al 31 gennaio.
Prezzo Biglietto intero (adulti) € 5,00; Biglietto ridotto (6-12 anni, over 65) e gruppi (min. 10 persone) € 4,00; Biglietto gratuito per bambini (0-6 anni) e portatori di handicap.
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