La Storia del Piemonte
Le origini e l’epoca romana
Il nome “Piemonte” deriva dal latino ad pedem montium, letteralmente “ai piedi dei monti”. Le prime tracce di vita umana nella regione risalgono al Neolitico (più precisamente nella grotta di Aisone; sepolcreti di Montjovet e di Villeneuve e nelle grotte del Monfen) e all’Età del Bronzo: a quest’ultima epoca appartengono gli abitati palafitticoli intorno al Lago di Viverone; abitati di Alba, Avigliana, Mercurago; alcuni ritrovamenti materiali a San Giovanni dei Boschi e a Trana. Riguardo l’Età del Ferro, si hanno significative testimonianze della cultura di Golasecca e dell’influenza culturale dei Celti nell’area compresa fra il Sesia e il Ticino. Tra le necropoli galliche si segnala quella di Dormelletto del terzo secolo a.C.
Prima che i Romani giungessero in Piemonte nel corso del II secolo a.C., il territorio ospitò i Liguri insieme ad altri popoli di stirpe celtica, tra i quali i Taurini. I Romani usarono la regione come avamposto per controllare i valichi alpini della Valle d’Aosta, la via d’accesso delle Gallie.
Nell’anno 28 a.C. Giulio Cesare fece edificare la città di Julia Augusta Taurinorum, l’odierna Torino. Poco lontano da dove sarebbe poi sorta la città capoluogo del Piemonte, pare ci fosse un insediamento di Taurini, dai quali potrebbe aver preso il nome. Ottaviano Augusto, in seguito, conquistò il territorio del Piemonte interamente.
Nel 312 nell’area compresa tra Alpignano e Rivoli, l’imperatore Costantino I riportò una vittoria contro le truppe di Massenzio: evento che passò alla storia con il nome di Battaglia di Torino. Costantino, dopo questa vittoriosa battaglia conquistò l’Italia intera: dopo aver sconfitto le forze di Massenzio nel nord Italia, si diresse verso Roma, dove sconfisse Massenzio definitivamente nella battaglia di Ponte Milvio.
Il Medioevo
Per via della sua posizione strategica, il Piemonte nel corso del Medioevo passò sotto il controllo di diverse popolazioni germaniche prima di entrare a far parte dell’Impero Carolingio.
Il Piemonte venne unificato nella grande Marca di Ivrea, retta da una potente famiglia feudale di origine franca, gli Anscarici. Tuttavia, il re d’Italia Ugo di Provenza smembrò nel 926 la Marca a causa di difficoltà di gestione.
Numerosi borghi presero vita nel corso dell’ XI secolo e la regione ebbe una vera e propria rinascita con l’avvento dei liberi comuni. In onore del papa Alessandro III, che si era opposto al progetto d’invasione del Nord Italia da parte di Federico I, i liberi comuni fondarono, in una posizione strategica situata tra i fiumi Tanaro e Bormida, una nuova città costruita nonostante l’opposizione dell’imperatore tedesco: Alessandria.
Nel 1174 Federico I tentò di conquistare Alessandria che, dopo un lunghissimo assedio, riuscì a resistere agli invasori. Da lì a poco, l’imperatore tedesco sarebbe andato incontro alla sconfitta definitiva a Legnano.
L’emergere dei Savoia e l’Unità d’Italia
I primi Savoia non erano piemontesi e, originariamente, traevano il potere dal controllo dei valichi alpini. Grazie alle imprese militari di Amedeo VI e Amedeo VII, lo Stato sabaudo acquistò potere e uno sbocco sul mare nel 1388 con Nizza. La città divenne uno degli emblemi del potere della casata Savoia e rimase il principale porto sabaudo.
Emanuele Filiberto, dopo aver sconfitto duramente i francesi a San Quintino nel 1559 e recuperato i territori del ducato occupati dai francesi, comprese che il futuro di Casa Savoia non era da cercarsi nella zona francese ma in Italia. Per questo nel 1562 la capitale del ducato divenne Torino. Grazie alla loro abilità politica, i Savoia riuscirono ad allargare i possedimenti in Piemonte.
In seguito alla battaglia che si svolse sotto le mura della capitale in opposizione ai francesi, Vittorio Amedeo II nel 1706 ottenne la corona regia di Sardegna, avviando il periodo di massimo splendore della corte torinese. Durante la Prima campagna d’Italia, Napoleone Bonaparte sconfisse l’esercito piemontese instaurando la dominazione napoleonica nella regione che vide l’arrivo di molti francesi che iniziarono a stabilire qui le loro fabbriche e attività.
Vittorio Emanuele I riprese il trono del regno dopo la sconfitta di Napoleone nel 1815 e diede il via al processo d’indipendenza dell’Italia dagli altri stati. Nel corso della prima guerra di Indipendenza, il Piemonte andò incontro a una disfatta. Ma poi a partire dal 1848 con Camillo Benso Conte di Cavour, lo Stato fece un grande passo in avanti in termini di rimodernizzazione.
Il Piemonte, una volta rafforzato e ammodernato l’esercito, schierò sul fiume Ticino le proprie truppe. L’Austria, sentendosi minacciata, attaccò per prima, facendo sì che la Francia intervenisse in favore del Piemonte. Per gli austriaci arrivarono una serie di sconfitte nelle battaglie di Montebello e di Magenta, in seguito alle quali firmarono una pace in cui cedevano la Lombardia al Piemonte. La Francia, come ricompensa per l’intervento in guerra, ottenne la Savoia e Nizza. Vista la situazione, altri staterelli dell’Italia Centrale, territorio molto frammentato in un’infinità di stati indipendenti più o meno grandi, decisero di unirsi al nuovo Regno d’Italia. Vittorio Emanuele II, grazie a Garibaldi, prese possesso dell’intera Italia meridionale e divenne Re d’Italia nel 1861.
Dall’Unità d’Italia ad oggi
Torino rimase capitale del nuovo regno fino al 1865, prima che la capitale venisse spostata a Firenze e poi a Roma nel 1870.
All’inizio del novecento Torino divenne la città più popolosa d’Italia. In quegli anni è la fondazione di una delle industrie che avrebbe fatto la fortuna del Piemonte e dell’Italia intera, la FIAT, oltre alla realizzazione del monumento simbolo di Torino: la Mole Antonelliana, ideata da Alessandro Antonelli.
Durante la prima guerra mondiale, gli stabilimenti industriali della regione videro scoppiare scioperi e furono vittime dei bombardamenti. Nella seconda guerra mondiale, invece, il Piemonte fu sede di centri di resistenza partigiana, imprese narrate da scrittori piemontesi come Cesare Pavese e Beppe Fenoglio.
In seguito al referendum del 1946, il Piemonte divenne una regione della Repubblica Italiana. Nel dopoguerra aumentò il peso dell’industria nell’economia piemontese, grazie alla FIAT e ad altre aziende come la Olivetti e la Ferrero. La regione riuscì ad accrescere le esportazioni in seguito all’apertura dei trafori del Gran San Bernardo e del Monte Bianco negli anni Sessanta.
Nel 2006 il Piemonte è stato la sede dei XX Giochi olimpici invernali, valorizzando per l’occasione i propri patrimoni artistici e ambientali. In concomitanza con questo evento, alcune significative opere pubbliche hanno visto la luce, come la Metropolitana di Torino.
Lingue del Piemonte
I dialetti del Piemonte si possono suddividere tra alto e basso piemontese: ai primi appartengono quelli delle province Cuneo e Torino mentre ai secondi quelli delle province di Vercelli e Alessandria.
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