Agriturismi in Piemonte
Nome di derivazione popolare, il “portone del melograno” è un edificio Liberty torinese situato nel quartiere di San Salvario, vicino a Via Nizza. Come tanti altri edifici nello stile succitato è opera del noto architetto Pietro Fenoglio. La progettò nel 1907. Il nome ovviamente deriva dal caratteristico portone, costruito in ferro battuto, raffigurante due alberi di melograno ricchi di foglie verdi e frutti rossi, incastonati in un’ampia cornice floreale.
Nome di derivazione popolare, il “portone del melograno” è un edificio Liberty torinese situato nel quartiere di San Salvario, vicino a Via Nizza. Come tanti altri edifici nello stile succitato è opera del noto architetto Pietro Fenoglio. La progettò nel 1907. Il nome ovviamente deriva dal caratteristico portone, costruito in ferro battuto, raffigurante due alberi di melograno ricchi di foglie verdi e frutti rossi, incastonati in un’ampia cornice floreale.
Fruttuaria è un'abbazia che risale ai primi anni del 1000 d.c. nel territorio di San Benigno Canavese. Fu fondata da Guglielmo da Volpiano e la posa della prima pietra avvenne nel 1003 dopo Cristo. L'abbazia nasce nei possedimenti terrieri della famiglia di Guglielmo, il quale si occupò anche dell'edificazione. Egli infatti, tra la fine del X e l'inizio dell'XI secolo, oltre che figura religiosa di primo piano, fu costruttore e restauratore di alcuni dei più importanti edifici religiosi di Francia e del Piemonte.
Nei secoli XII e XIII l'abbazia conobbe il suo massimo splendore: nel 1265 l'abbazia possiede 200 tra chiese e celle in Italia e altre 30 in Germania e Austria. Gli abati governavano inoltre quelle che vengono comunemente dette "le quattro terre abbaziali", ossia gli attuali comuni di San Benigno Canavese, Montanaro, Lombardore e Feletto. Le terre di Fruttuaria, al tempo, potevano anche battere moneta.
Dell'antica chiesa romanica presente nell'abbazia rimane intatta solo la torre campanaria. Costruita sul lato nord della chiesa, la torre ha sezione quadrata di circa 10 metri di lato con muri di 2,5 metri di spessore. Si compone di 7 piani per un'altezza totale di 33 metri. Gli archetti che formano le cornici marcapiano sono in laterizio; una lesena centrale percorre interamente ciascuna delle sue pareti, definendo specchiature nelle quali si aprono, salendo verso l'alto, monofore e bifore di diversa fattura che alleggeriscono l'imponenza della mole.
Fruttuaria è un'abbazia che risale ai primi anni del 1000 d.c. nel territorio di San Benigno Canavese. Fu fondata da Guglielmo da Volpiano e la posa della prima pietra avvenne nel 1003 dopo Cristo. L'abbazia nasce nei possedimenti terrieri della famiglia di Guglielmo, il quale si occupò anche dell'edificazione. Egli infatti, tra la fine del X e l'inizio dell'XI secolo, oltre che figura religiosa di primo piano, fu costruttore e restauratore di alcuni dei più importanti edifici religiosi di Francia e del Piemonte.
Nei secoli XII e XIII l'abbazia conobbe il suo massimo splendore: nel 1265 l'abbazia possiede 200 tra chiese e celle in Italia e altre 30 in Germania e Austria. Gli abati governavano inoltre quelle che vengono comunemente dette "le quattro terre abbaziali", ossia gli attuali comuni di San Benigno Canavese, Montanaro, Lombardore e Feletto. Le terre di Fruttuaria, al tempo, potevano anche battere moneta.
Dell'antica chiesa romanica presente nell'abbazia rimane intatta solo la torre campanaria. Costruita sul lato nord della chiesa, la torre ha sezione quadrata di circa 10 metri di lato con muri di 2,5 metri di spessore. Si compone di 7 piani per un'altezza totale di 33 metri. Gli archetti che formano le cornici marcapiano sono in laterizio; una lesena centrale percorre interamente ciascuna delle sue pareti, definendo specchiature nelle quali si aprono, salendo verso l'alto, monofore e bifore di diversa fattura che alleggeriscono l'imponenza della mole.
L'abbazia benedettina fu fondata all'inizio del XI secolo da Guglielmo da Volpiano. Intorno al 1400 subì una fase di declino a cui seguì la soppressione; nel 1585 fu trasformata in collegiata. Vittorio Amedeo delle Lanze, nel 1770, fece costruire, su progetto attribuito a Bernardo Antonio Vittone, una nuova grande chiesa il cui impianto si sovrappone alle strutture medievali.
L'edificio originario presentava tre corte navate tagliate da un transetto sul quale si aprivano cinque cappelle absidale: con la presenza di più altari così diversi monaci avevano la possibilità di celebrare contemporaneamente la liturgia. Le pareti delle cappelle del transetto conservano coloratissimi affreschi, con motivi a finto marmo stilizzato. L'altare della croce, in posizione centrale, rappresentava il fulcro di tutto lo spazio religioso e alle sue spalle è conservata la rotonda del Santo Sepolcro, risalente alle prime fasi costruttive. La pavimentazione dell'area, costituita da una serie di mosaici a motivi geometrici e animali posti entro riquadri, è tornata alla luce nel 1979. Ai lati dell’altare si conservano due riquadri con coppie di animali affrontati. Il riquadro nord, molto lacunoso, conteneva due leoni, quello sud, meglio conservato, due grifoni rampanti separati da un tralcio vegetale. Una seconda fascia ad un livello più basso conserva entro riquadri geometricamente ripartiti in spazi romboidali, quattro aquilotti, simbolo imperiale. Completano la scena altri due grifi (simbolo cristologico) in tessere bianche e nere e inserti policromi. I mosaici di Fruttuaria, di matrice benedettina, risultano essere tra i più antichi presenti in area piemontese.
Il chiostro Settecentesco, a pianta ad ottagono regolare, rappresenta l'elemento di cerniera di tutto il complesso. Durante un recente restauro delle murature sono emersi alcuni elementi della fase romanica: si tratta di quattro piccole arcate in muratura, rette da capitelli in forma tronco conica, sostenuti da una colonnina, tutto in muratura intonacata. Il ritrovamento delle antiche strutture ha permesso di cogliere la complessità del sistema e ha reso ripercorribili mille anni di storia di questo edificio: è stato realizzato un solaio in ferro cemento a divisione della chiesa superiore, adibita alle funzioni di culto, da quella inferiore, visitabile attraverso un percorso museale didattico, grazie all'Associazione Amici di Fruttuaria.
A Fruttuaria si ritirò e morì, nel 1015, il primo re d'Italia Arduino d'Ivrea.
Visite a cura dell’Associazione “Amici di Fruttuaria”
L'abbazia benedettina fu fondata all'inizio del XI secolo da Guglielmo da Volpiano. Intorno al 1400 subì una fase di declino a cui seguì la soppressione; nel 1585 fu trasformata in collegiata. Vittorio Amedeo delle Lanze, nel 1770, fece costruire, su progetto attribuito a Bernardo Antonio Vittone, una nuova grande chiesa il cui impianto si sovrappone alle strutture medievali.
L'edificio originario presentava tre corte navate tagliate da un transetto sul quale si aprivano cinque cappelle absidale: con la presenza di più altari così diversi monaci avevano la possibilità di celebrare contemporaneamente la liturgia. Le pareti delle cappelle del transetto conservano coloratissimi affreschi, con motivi a finto marmo stilizzato. L'altare della croce, in posizione centrale, rappresentava il fulcro di tutto lo spazio religioso e alle sue spalle è conservata la rotonda del Santo Sepolcro, risalente alle prime fasi costruttive. La pavimentazione dell'area, costituita da una serie di mosaici a motivi geometrici e animali posti entro riquadri, è tornata alla luce nel 1979. Ai lati dell’altare si conservano due riquadri con coppie di animali affrontati. Il riquadro nord, molto lacunoso, conteneva due leoni, quello sud, meglio conservato, due grifoni rampanti separati da un tralcio vegetale. Una seconda fascia ad un livello più basso conserva entro riquadri geometricamente ripartiti in spazi romboidali, quattro aquilotti, simbolo imperiale. Completano la scena altri due grifi (simbolo cristologico) in tessere bianche e nere e inserti policromi. I mosaici di Fruttuaria, di matrice benedettina, risultano essere tra i più antichi presenti in area piemontese.
Il chiostro Settecentesco, a pianta ad ottagono regolare, rappresenta l'elemento di cerniera di tutto il complesso. Durante un recente restauro delle murature sono emersi alcuni elementi della fase romanica: si tratta di quattro piccole arcate in muratura, rette da capitelli in forma tronco conica, sostenuti da una colonnina, tutto in muratura intonacata. Il ritrovamento delle antiche strutture ha permesso di cogliere la complessità del sistema e ha reso ripercorribili mille anni di storia di questo edificio: è stato realizzato un solaio in ferro cemento a divisione della chiesa superiore, adibita alle funzioni di culto, da quella inferiore, visitabile attraverso un percorso museale didattico, grazie all'Associazione Amici di Fruttuaria.
A Fruttuaria si ritirò e morì, nel 1015, il primo re d'Italia Arduino d'Ivrea.
Visite a cura dell’Associazione “Amici di Fruttuaria”
La fondazione dell'Abbazia dedicata a Santa Maria risale al 1037 d.c.. Nasce per volontà del vescovo di Torino Landolfo sullo stesso sito ai piedi della Rocca dove vi era il Forum Vibii Caburrum.
L'abbazia dopo secoli di gloria, all'inizio del XIV secolo iniziò una lenta decadenza che vide il suo apice con la distruzione da parte dei francesi di Lesdiguieres nel 1592. La successiva ricostruzione fu avviata nel XVIII secolo seguendo dei canoni barocchi. Gli stucchi e le decorazioni del restauro furono in parte perduti, inoltre gran parte dell'edificio venne ridotto di dimensioni rispetto al passato. La chiesa si presentava originariamente composta da 3 navate e inglobava l'odierno porticato.
Ad oggi l'abbazia con la sua cripta, che contiene il più antico altare romanico piemontese, rappresenta una testimonianza del patrimonio storico e monumentale di Cavour.
La fondazione dell'Abbazia dedicata a Santa Maria risale al 1037 d.c.. Nasce per volontà del vescovo di Torino Landolfo sullo stesso sito ai piedi della Rocca dove vi era il Forum Vibii Caburrum.
L'abbazia dopo secoli di gloria, all'inizio del XIV secolo iniziò una lenta decadenza che vide il suo apice con la distruzione da parte dei francesi di Lesdiguieres nel 1592. La successiva ricostruzione fu avviata nel XVIII secolo seguendo dei canoni barocchi. Gli stucchi e le decorazioni del restauro furono in parte perduti, inoltre gran parte dell'edificio venne ridotto di dimensioni rispetto al passato. La chiesa si presentava originariamente composta da 3 navate e inglobava l'odierno porticato.
Ad oggi l'abbazia con la sua cripta, che contiene il più antico altare romanico piemontese, rappresenta una testimonianza del patrimonio storico e monumentale di Cavour.
La piscina Acqua & Company ha sedi a Bra e a Piobesi D'Alba. Entrambe le strutture offrono 3 piscine dedicate al divertimento di grandi e piccini e una spiaggia solarium. La piscina è situata all'interno di un ampio spazio verde, ideale per le famiglie e per chiunque volesse rilassarsi.
La piscina Acqua & Company ha sedi a Bra e a Piobesi D'Alba. Entrambe le strutture offrono 3 piscine dedicate al divertimento di grandi e piccini e una spiaggia solarium. La piscina è situata all'interno di un ampio spazio verde, ideale per le famiglie e per chiunque volesse rilassarsi.
Acquajoy è un parco acquatico situato a Rivoli, in provincia di Torino, dotato di numerose attrazioni acquatiche adatte a tutta la famiglia.
Per gli adulti sono presenti una grande piscina con le onde, una spiaggia caraibica con palme e sabbia, vasche idromassaggio e numerosi scivoli, tra i quali lo scivolo multicorsia, il Toboga, il Kamikaze, il Black Hole e il Rapid River che prevede l'utilizzo di gommoni. Per i più piccoli c'è il Laguna Baby, con attrazioni adatte a loro. La struttura offre corsi di Acqua Tonic, balli di gruppo e acquagym e al suo interno sono presenti numerosi servizi, quali aree solarium a bordo piscina, cambi da beach volley, diversi punti ristoro, bar e momenti di animazione.
Acquajoy è un parco acquatico situato a Rivoli, in provincia di Torino, dotato di numerose attrazioni acquatiche adatte a tutta la famiglia.
Per gli adulti sono presenti una grande piscina con le onde, una spiaggia caraibica con palme e sabbia, vasche idromassaggio e numerosi scivoli, tra i quali lo scivolo multicorsia, il Toboga, il Kamikaze, il Black Hole e il Rapid River che prevede l'utilizzo di gommoni. Per i più piccoli c'è il Laguna Baby, con attrazioni adatte a loro. La struttura offre corsi di Acqua Tonic, balli di gruppo e acquagym e al suo interno sono presenti numerosi servizi, quali aree solarium a bordo piscina, cambi da beach volley, diversi punti ristoro, bar e momenti di animazione.
L'Acquapark Oasi si trova a Viverone, affacciato sul lago, in provincia di Biella. É un luogo adatto a tutta la famiglia e a tutte le fasce d'età. La struttura offre un'area bimbi con piccole piscine e scivoli, un'area relax con vasche idromassaggio e un'area wellness con hydrobike e scivoli paralleli. Sono presenti anche punti ristoro, solarium, campi da beach volley, calcetto, minigolf e ping pong. Sul lago è possibile praticare sup, pedalò e canoa.
L'Acquapark Oasi si trova a Viverone, affacciato sul lago, in provincia di Biella. É un luogo adatto a tutta la famiglia e a tutte le fasce d'età. La struttura offre un'area bimbi con piccole piscine e scivoli, un'area relax con vasche idromassaggio e un'area wellness con hydrobike e scivoli paralleli. Sono presenti anche punti ristoro, solarium, campi da beach volley, calcetto, minigolf e ping pong. Sul lago è possibile praticare sup, pedalò e canoa.
Acquasmile è un attrezzato acquapark a Tricerro, in provincia di Vercelli. Pensato per le esigenze di tutta la famiglia offre area bimbi, aree ristoro, campi da gioco (beach volley, tennis, badminton, calcio e ping pong), area giochi interna con flipper e giostrine. Le vasche comprendono scivoli e aree relax con idromassaggi e idrogetti. Il parco offre un totale di 1.000.000 di litri di acqua e crea un bacino in grado di soddisfare le esigenze di grandi e piccini, di nuotatori e principianti. Presente anche una vasca gioco e acquaticità con un castello attrezzato di scivoli e di ogni tipo di gioco d’acqua per i più piccoli.
Acquasmile è un attrezzato acquapark a Tricerro, in provincia di Vercelli. Pensato per le esigenze di tutta la famiglia offre area bimbi, aree ristoro, campi da gioco (beach volley, tennis, badminton, calcio e ping pong), area giochi interna con flipper e giostrine. Le vasche comprendono scivoli e aree relax con idromassaggi e idrogetti. Il parco offre un totale di 1.000.000 di litri di acqua e crea un bacino in grado di soddisfare le esigenze di grandi e piccini, di nuotatori e principianti. Presente anche una vasca gioco e acquaticità con un castello attrezzato di scivoli e di ogni tipo di gioco d’acqua per i più piccoli.
Di recente creazione, questa denominazione è nata proprio per celebrare i vini rossi, fermi, prodotti nel territorio di Langhe e Roero, da uve Nebbiolo e Barbera, vitigni storici coltivati in queste regioni fin dal 1400. Prende il nome dalla città di Alba, al centro delle due regioni collinari e idealmente consideratane la capitale.
Scheda Tecnica:
Alba Doc (anche Riserva)
Disciplinare di produzione: D.M. 2 agosto 2010.
Vitigno: Nebbiolo dal 70% al 85%; Barbera dal 15% al 30%; per l’eventuale restante 5% possono concorrere le uve provenienti da vitigni raccomandati e/o autorizzati, non aromatici.
Colore: rosso rubino intenso tendente al granato.
Odore: caratteristico ed intenso.
Sapore: asciutto, caldo, tannico, robusto, armonico, persistente.
Invecchiamento: minimo 17 mesi, di cui almeno 9 in legno; minimo 23 di cui almeno 12 in legno per i vini con menzione Riserva.
Gradazione alcolica minima: 12,50% vol.
Di recente creazione, questa denominazione è nata proprio per celebrare i vini rossi, fermi, prodotti nel territorio di Langhe e Roero, da uve Nebbiolo e Barbera, vitigni storici coltivati in queste regioni fin dal 1400. Prende il nome dalla città di Alba, al centro delle due regioni collinari e idealmente consideratane la capitale.
Scheda Tecnica:
Alba Doc (anche Riserva)
Disciplinare di produzione: D.M. 2 agosto 2010.
Vitigno: Nebbiolo dal 70% al 85%; Barbera dal 15% al 30%; per l’eventuale restante 5% possono concorrere le uve provenienti da vitigni raccomandati e/o autorizzati, non aromatici.
Colore: rosso rubino intenso tendente al granato.
Odore: caratteristico ed intenso.
Sapore: asciutto, caldo, tannico, robusto, armonico, persistente.
Invecchiamento: minimo 17 mesi, di cui almeno 9 in legno; minimo 23 di cui almeno 12 in legno per i vini con menzione Riserva.
Gradazione alcolica minima: 12,50% vol.
Vino ottenuto da uve Nebbiolo in misura pari ad almeno l’85% e da altri vitigni tipici dell’Astigiano per la parte restante; viene prodotto esclusivamente nel comune di Albugnano e in altri tre comuni limitrofi (Castelnuovo don Bosco, Passerano Marmorito, Pino d’Asti), in cui il Nebbiolo trova eccezionalmente una sua collocazione storica. E’ prodotto nelle versioni rosso, rosato e Superiore; quest’ultimo prevede l’invecchiamento di almeno un anno, di cui sei mesi in botti di rovere.
SCHEDA TECNICA:
Albugnano Doc
Disciplinare di produzione: D.M. 6 maggio 1997.
Vitigno: Nebbiolo dal 85% al 100%; per l’eventuale restante 15% possono concorrere Freisa, Bonarda e Barbera.
Colore: rosso rubino più o meno intenso, talvolta con riflessi granati.
Odore: profumo delicato, caratteristico, talvolta vinoso.
Sapore: dal secco all’abboccato, di discreto corpo, più o meno tannico, di buona persistenza, talvolta vivace.
Gradazione alcolica minima: 11,50% vol.
Albugnano Superiore Doc
Disciplinare di produzione: D.M. 6 maggio 1997.
Vitigno: Nebbiolo dal 85% al 100%; per l’eventuale restante 15% possono concorrere Freisa, Bonarda e Barbera.
Colore: rosso rubino più o meno intenso, talvolta con riflessi granati.
Odore: profumo delicato, caratteristico, talvolta vinoso.
Sapore: dal secco all’abboccato, di discreto corpo, più o meno tannico, di buona persistenza, talvolta vivace.
Invecchiamento: minimo 12 mesi di cui almeno 6 in legno.
Gradazione alcolica minima: 11,50% vol.
Vino ottenuto da uve Nebbiolo in misura pari ad almeno l’85% e da altri vitigni tipici dell’Astigiano per la parte restante; viene prodotto esclusivamente nel comune di Albugnano e in altri tre comuni limitrofi (Castelnuovo don Bosco, Passerano Marmorito, Pino d’Asti), in cui il Nebbiolo trova eccezionalmente una sua collocazione storica. E’ prodotto nelle versioni rosso, rosato e Superiore; quest’ultimo prevede l’invecchiamento di almeno un anno, di cui sei mesi in botti di rovere.
SCHEDA TECNICA:
Albugnano Doc
Disciplinare di produzione: D.M. 6 maggio 1997.
Vitigno: Nebbiolo dal 85% al 100%; per l’eventuale restante 15% possono concorrere Freisa, Bonarda e Barbera.
Colore: rosso rubino più o meno intenso, talvolta con riflessi granati.
Odore: profumo delicato, caratteristico, talvolta vinoso.
Sapore: dal secco all’abboccato, di discreto corpo, più o meno tannico, di buona persistenza, talvolta vivace.
Gradazione alcolica minima: 11,50% vol.
Albugnano Superiore Doc
Disciplinare di produzione: D.M. 6 maggio 1997.
Vitigno: Nebbiolo dal 85% al 100%; per l’eventuale restante 15% possono concorrere Freisa, Bonarda e Barbera.
Colore: rosso rubino più o meno intenso, talvolta con riflessi granati.
Odore: profumo delicato, caratteristico, talvolta vinoso.
Sapore: dal secco all’abboccato, di discreto corpo, più o meno tannico, di buona persistenza, talvolta vivace.
Invecchiamento: minimo 12 mesi di cui almeno 6 in legno.
Gradazione alcolica minima: 11,50% vol.
Prodotto nelle versioni rosso e rosato, l'Albugnano Doc è un vino ottenuto da uve Nebbiolo in misura pari ad almeno l’85% e da altri vitigni tipici dell’Astigiano per la parte restante; viene prodotto esclusivamente nel comune di Albugnano e in altri tre comuni limitrofi (Castelnuovo don Bosco, Passerano Marmorito, Pino d’Asti), in cui il Nebbiolo trova eccezionalmente una sua collocazione storica.
SCHEDA TECNICA:
Albugnano Rosato Doc
Disciplinare di produzione: D.M. 6 maggio 1997
Vitigno: Nebbiolo dal 85% al 100%; per l’eventuale restante 15% possono concorrere Freisa, Bonarda e Barbera.
Colore: rosato.
Odore: profumo delicato, gradevole, fruttato, talvolta vinoso.
Sapore: dal secco all’abboccato, di buona persistenza, talvolta vivace.
Gradazione alcolica minima: 11% vol.
Prodotto nelle versioni rosso e rosato, l'Albugnano Doc è un vino ottenuto da uve Nebbiolo in misura pari ad almeno l’85% e da altri vitigni tipici dell’Astigiano per la parte restante; viene prodotto esclusivamente nel comune di Albugnano e in altri tre comuni limitrofi (Castelnuovo don Bosco, Passerano Marmorito, Pino d’Asti), in cui il Nebbiolo trova eccezionalmente una sua collocazione storica.
SCHEDA TECNICA:
Albugnano Rosato Doc
Disciplinare di produzione: D.M. 6 maggio 1997
Vitigno: Nebbiolo dal 85% al 100%; per l’eventuale restante 15% possono concorrere Freisa, Bonarda e Barbera.
Colore: rosato.
Odore: profumo delicato, gradevole, fruttato, talvolta vinoso.
Sapore: dal secco all’abboccato, di buona persistenza, talvolta vivace.
Gradazione alcolica minima: 11% vol.
Storica località sciistica del Canavese, Locana (TO) è situata al centro di una conca racchiusa da due versanti montani.
La stazione sciistica di Alpe Cialma è facilmente accessibile dai maggiori centri della pianura (Cuorgnè a 20 km, Ivrea a 40km, Torino a 60km) ed è meta ideale per famiglie con bambini e giovani che ne apprezzano in particolar modo i servizi di qualità a prezzi contenuti. Per chi si avvicina per la prima volta allo sci alpino è presente anche un tapis roulant di 64 mt.
Inoltre gli amanti della montagna potranno esplorare i territori con ai piedi le ciaspole (le sempre più diffuse racchette da neve) oppure avventurarsi in facili percorsi di sci alpinismo per godere di un paesaggio naturale davvero indimenticabile.
Infine, per chi della montagna non vuole perdersi neanche un attimo, ad Alpe Cialma si può praticare lo sci notturno e il pattinaggio su ghiaccio.
Storica località sciistica del Canavese, Locana (TO) è situata al centro di una conca racchiusa da due versanti montani.
La stazione sciistica di Alpe Cialma è facilmente accessibile dai maggiori centri della pianura (Cuorgnè a 20 km, Ivrea a 40km, Torino a 60km) ed è meta ideale per famiglie con bambini e giovani che ne apprezzano in particolar modo i servizi di qualità a prezzi contenuti. Per chi si avvicina per la prima volta allo sci alpino è presente anche un tapis roulant di 64 mt.
Inoltre gli amanti della montagna potranno esplorare i territori con ai piedi le ciaspole (le sempre più diffuse racchette da neve) oppure avventurarsi in facili percorsi di sci alpinismo per godere di un paesaggio naturale davvero indimenticabile.
Infine, per chi della montagna non vuole perdersi neanche un attimo, ad Alpe Cialma si può praticare lo sci notturno e il pattinaggio su ghiaccio.
A Baceno (VB), a solo un'ora e mezza da Milano e una da Varese, sorge l'Alpe Devero, incantevole località fruibile in tutte le stagioni dell'anno.
A novembre però, la prima neve trasforma l’Alpe in una magia bianca. Grazie alla favorevole posizione, l'innevamento è infatti assicurato sino ad aprile e per questo l’Alpe è il luogo ideale per gli amanti dello sci di fondo e sci alpinismo.
Essa ospita 9 km di piste di facile e media difficoltà, raggiungibili attraverso tre impianti di risalita. Alla base di questi è poi presente un moderno tapis-roulant per divertirsi sugli sci oppure con bob e slittini.
L’Alpe è anche il regno incontrastato del freeride e del fuoripista, praticabile in tutta sicurezza nel vallone di Misanco, tra i boschi di larici.
Il bosco fa da suggestiva cornice anche per i percorsi adatti a racchette da neve (ciaspole), per i 6 Km dell'anello di fondo che percorre tutta la piana e per il pattinaggio.
E' attivo inoltre il servizio noleggio per ogni tipo di atrezzatura necessaria.
A Baceno (VB), a solo un'ora e mezza da Milano e una da Varese, sorge l'Alpe Devero, incantevole località fruibile in tutte le stagioni dell'anno.
A novembre però, la prima neve trasforma l’Alpe in una magia bianca. Grazie alla favorevole posizione, l'innevamento è infatti assicurato sino ad aprile e per questo l’Alpe è il luogo ideale per gli amanti dello sci di fondo e sci alpinismo.
Essa ospita 9 km di piste di facile e media difficoltà, raggiungibili attraverso tre impianti di risalita. Alla base di questi è poi presente un moderno tapis-roulant per divertirsi sugli sci oppure con bob e slittini.
L’Alpe è anche il regno incontrastato del freeride e del fuoripista, praticabile in tutta sicurezza nel vallone di Misanco, tra i boschi di larici.
Il bosco fa da suggestiva cornice anche per i percorsi adatti a racchette da neve (ciaspole), per i 6 Km dell'anello di fondo che percorre tutta la piana e per il pattinaggio.
E' attivo inoltre il servizio noleggio per ogni tipo di atrezzatura necessaria.
L’Alpe di Mera è situata in Alta Valsesia, nel comune di Scopello e si affaccia direttamente sul Monte Rosa, regalando una vista mozzafiato e la sensazione di trovarsiin cima al mondo.
Un eccezionale microclima determinato dalla favorevole esposizione al sole, che garantisce la conservazione del manto nevoso, e la pressoché totale assenza di vento garantiscono alla stazione un’offerta tra le migliori dell’arco alpino.
L'Alpe ospita 30 km di area sciabile con 16 piste di livello blu, rosso e nero, un campo scuola con tapis-roulant e uno Snow Park per gli amanti dello snowbord acrobatico.
Le sue piste totalmente prive di pericoli da valanghe, crepacci e dirupi rendono il luogo ideale per i principianti e soprattutto per i bambini.
I genitori e gli insegnanti dei ragazzi troveranno infatti un luogo adatto per l’insegnamento dello sci alpino, con il passaggio dal tapis roulant allo skilift e infine alle moderne seggiovie quadriposto.
I maestri della scuola di sci sapranno accompagnare gli allievi con un approccio non solo basato sulla tecnica, ma anche sull’avvicinamento educativo alla natura e all’ambiente. La scuola sci organizza anche speciali iniziative riservate a gruppi, scuole e principianti che desiderano imparare rapidamente e in modo conveniente a scivolare in pista.
Nei dintorni sono infine presenti diversi punti che offrono il servizio noleggio.
L’Alpe di Mera è situata in Alta Valsesia, nel comune di Scopello e si affaccia direttamente sul Monte Rosa, regalando una vista mozzafiato e la sensazione di trovarsiin cima al mondo.
Un eccezionale microclima determinato dalla favorevole esposizione al sole, che garantisce la conservazione del manto nevoso, e la pressoché totale assenza di vento garantiscono alla stazione un’offerta tra le migliori dell’arco alpino.
L'Alpe ospita 30 km di area sciabile con 16 piste di livello blu, rosso e nero, un campo scuola con tapis-roulant e uno Snow Park per gli amanti dello snowbord acrobatico.
Le sue piste totalmente prive di pericoli da valanghe, crepacci e dirupi rendono il luogo ideale per i principianti e soprattutto per i bambini.
I genitori e gli insegnanti dei ragazzi troveranno infatti un luogo adatto per l’insegnamento dello sci alpino, con il passaggio dal tapis roulant allo skilift e infine alle moderne seggiovie quadriposto.
I maestri della scuola di sci sapranno accompagnare gli allievi con un approccio non solo basato sulla tecnica, ma anche sull’avvicinamento educativo alla natura e all’ambiente. La scuola sci organizza anche speciali iniziative riservate a gruppi, scuole e principianti che desiderano imparare rapidamente e in modo conveniente a scivolare in pista.
Nei dintorni sono infine presenti diversi punti che offrono il servizio noleggio.
L’Alta Langa Docg, bianco o rosato, è un vino spumante metodo classico di altissimo pregio, prodotto attraverso la tecnica della rifermentazione in bottiglia, da uve chardonnay e pinot nero coltivate in vigne a oltre 250 metri sul livello del mare, nella zona collinare a destra del fiume Tanaro compresa tra le province di Alessandria, Asti e Cuneo. L’Alta Langa è uno spumante che può essere esclusivamente millesimato; per questo motivo si produce soltanto nelle grandi annate.
SCHEDA TECNICA:
Alta Langa Spumante Rosato Docg
Disciplinare di Produzione: D.M. 21 febbraio 2011
Vitigno: Pinot Nero e/o Chardonnay dal 90% al 100%; per l’eventuale 10% possono concorrere le uve provenienti dai vitigni raccomandati o autorizzati, non aromatici.
Colore: rosato più o meno intenso.
Odore: fragrante, complesso, caratteristico della rifermentazione in bottiglia.
Sapore: sapido, fine ed armonico.
Spuma: fine e persistente.
Invecchiamento: minimo 30 mesi; 36 mesi per i vini con menzione Riserva.
Gradazione alcolica minima: 11,50% vol.
L’Alta Langa Docg, bianco o rosato, è un vino spumante metodo classico di altissimo pregio, prodotto attraverso la tecnica della rifermentazione in bottiglia, da uve chardonnay e pinot nero coltivate in vigne a oltre 250 metri sul livello del mare, nella zona collinare a destra del fiume Tanaro compresa tra le province di Alessandria, Asti e Cuneo. L’Alta Langa è uno spumante che può essere esclusivamente millesimato; per questo motivo si produce soltanto nelle grandi annate.
SCHEDA TECNICA:
Alta Langa Spumante Rosato Docg
Disciplinare di Produzione: D.M. 21 febbraio 2011
Vitigno: Pinot Nero e/o Chardonnay dal 90% al 100%; per l’eventuale 10% possono concorrere le uve provenienti dai vitigni raccomandati o autorizzati, non aromatici.
Colore: rosato più o meno intenso.
Odore: fragrante, complesso, caratteristico della rifermentazione in bottiglia.
Sapore: sapido, fine ed armonico.
Spuma: fine e persistente.
Invecchiamento: minimo 30 mesi; 36 mesi per i vini con menzione Riserva.
Gradazione alcolica minima: 11,50% vol.
L’Anfiteatro di Ivrea è stato costruito intorno alla metà del I secolo d.C., fuori dalle mura, lungo la via per Vercelli. Si presume che potesse ospitare da dieci a quindicimila spettatori. Di questo antico monumento, che si estende per una lunghezza di circa 65 metri, rimangono le fondazioni dei muri, in particolare del muro perimetrale ellittico esterno e dei muri laterali di sostituzione (termine dell’archeologia che indica una struttura in tutto o in parte sotterranea per sostenere un edificio sovrastante). Si possono inoltre ancora individuare alcuni cunicoli sotterranei dove venivano tenuti gli animali da combattimento.
L’anfiteatro eporediese è stato portato alla luce all’inizio del 1955 e, durante i lavori di scavo, sono stati rinvenuti molti frammenti di affreschi ed un lungo tratto di rivestimento in bronzo per le spalliere di sedili del podio. Per costruire l’anfiteatro i romani demolirono una villa preesistente, di cui oggi sono visibili alcuni resti archeologici. Qui sono state rinvenute monete, anfore, frammenti di statue e resti di intonaco dipinto.
La strada, che dall’anfiteatro ci conduce all’antica Eporedia, ha mantenuto la direzione della via delle Gallie che collegava direttamente Roma con i territori al di là delle Alpi. Eporedia era quindi un passaggio obbligato e diventò un importante centro commerciale, di conseguenza anche la popolazione aumentò notevolmente. La città perciò si espanse, soprattutto nel periodo imperiale, anche oltre le mura, principalmente nella parte est che era la più adatta a nuovi insediamenti. In tutta la zona compresa tra l’anfiteatro e la Porta Praetoria sorsero nuovi quartieri e ciò è documentato sia da fonti medievali sia da scavi archeologici. Un’area ad uso prevalentemente commerciale è stata scoperta a nord della Porta Praetoria.
L’Anfiteatro di Ivrea è stato costruito intorno alla metà del I secolo d.C., fuori dalle mura, lungo la via per Vercelli. Si presume che potesse ospitare da dieci a quindicimila spettatori. Di questo antico monumento, che si estende per una lunghezza di circa 65 metri, rimangono le fondazioni dei muri, in particolare del muro perimetrale ellittico esterno e dei muri laterali di sostituzione (termine dell’archeologia che indica una struttura in tutto o in parte sotterranea per sostenere un edificio sovrastante). Si possono inoltre ancora individuare alcuni cunicoli sotterranei dove venivano tenuti gli animali da combattimento.
L’anfiteatro eporediese è stato portato alla luce all’inizio del 1955 e, durante i lavori di scavo, sono stati rinvenuti molti frammenti di affreschi ed un lungo tratto di rivestimento in bronzo per le spalliere di sedili del podio. Per costruire l’anfiteatro i romani demolirono una villa preesistente, di cui oggi sono visibili alcuni resti archeologici. Qui sono state rinvenute monete, anfore, frammenti di statue e resti di intonaco dipinto.
La strada, che dall’anfiteatro ci conduce all’antica Eporedia, ha mantenuto la direzione della via delle Gallie che collegava direttamente Roma con i territori al di là delle Alpi. Eporedia era quindi un passaggio obbligato e diventò un importante centro commerciale, di conseguenza anche la popolazione aumentò notevolmente. La città perciò si espanse, soprattutto nel periodo imperiale, anche oltre le mura, principalmente nella parte est che era la più adatta a nuovi insediamenti. In tutta la zona compresa tra l’anfiteatro e la Porta Praetoria sorsero nuovi quartieri e ciò è documentato sia da fonti medievali sia da scavi archeologici. Un’area ad uso prevalentemente commerciale è stata scoperta a nord della Porta Praetoria.
Anthares World è un parco avventura situato in un'oasi ambientale sulle rive del lago di Candia a Candia Canavese. Il parco offre un'esperienza immersiva nella natura e i visitatori possono usufruire del parco acrobatico, di numerosi bungalow avvolti dal verde e di una grande piscina estiva (suddivisa in diverse vasche per ogni tipo di esigenza), anch'essa immersa nel verde. Il solarium di 3000mq è ideale per rilassarsi e godersi il panorama offerto dalla natura. La struttura offre diversi servizi come spogliatoi coperti, sdraio e lettini a bordo vasca, snack bar e animazione. I bambini dai 3 agli 8 anni possono usufruire di un parco giochi interamente in ombra. Sono presenti anche centri estivi, corsi di nuoto e campi da beach volley.
Anthares World è un parco avventura situato in un'oasi ambientale sulle rive del lago di Candia a Candia Canavese. Il parco offre un'esperienza immersiva nella natura e i visitatori possono usufruire del parco acrobatico, di numerosi bungalow avvolti dal verde e di una grande piscina estiva (suddivisa in diverse vasche per ogni tipo di esigenza), anch'essa immersa nel verde. Il solarium di 3000mq è ideale per rilassarsi e godersi il panorama offerto dalla natura. La struttura offre diversi servizi come spogliatoi coperti, sdraio e lettini a bordo vasca, snack bar e animazione. I bambini dai 3 agli 8 anni possono usufruire di un parco giochi interamente in ombra. Sono presenti anche centri estivi, corsi di nuoto e campi da beach volley.
Il territorio dell'attuale provincia è storicamente costituito dall'Alessandrino propriamente detto e da parte del Monferrato, oltre a qualche zona un tempo appartenente alla repubblica di Genova. Parte della documentazione conservata nell'antico archivio notarile del Monferrato riguarda località oggi appartenenti alle province limitrofe di Asti, Cuneo, Savona, Vercelli e Torino. Archivi di magistrature locali antiche, di corporazioni religiose soppresse e del marchesato, poi ducato, di Monferrato sono conservate presso l'AS Torino; Altra documentazione del marchesato si trova presso l'AS Mantova. Documentazione prevalentemente di uffici giudiziari, relativa a località del Monferrato, è conservata presso l'AS Asti.
Il territorio dell'attuale provincia è storicamente costituito dall'Alessandrino propriamente detto e da parte del Monferrato, oltre a qualche zona un tempo appartenente alla repubblica di Genova. Parte della documentazione conservata nell'antico archivio notarile del Monferrato riguarda località oggi appartenenti alle province limitrofe di Asti, Cuneo, Savona, Vercelli e Torino. Archivi di magistrature locali antiche, di corporazioni religiose soppresse e del marchesato, poi ducato, di Monferrato sono conservate presso l'AS Torino; Altra documentazione del marchesato si trova presso l'AS Mantova. Documentazione prevalentemente di uffici giudiziari, relativa a località del Monferrato, è conservata presso l'AS Asti.
L'AS Asti e' stato istituito con d.m. 15 apr. 1959; la sede e' stata ultimata nel 1964. Da allora, oltre ad alcuni archivi privati e di enti pubblici, esso ha raccolto quanto restava della documentazione di uffici statali che hanno sede nell'attuale circoscrizione provinciale. Nel 1935 fu costituita la provincia di Asti con territori delle circoscrizioni vicine, in particolare quelle di Alessandria e di Cuneo. L'attuale territorio comprende pertanto zone che nel corso del tempo fecero parte di circoscrizioni diverse (oltre quelle già ricordate, Acqui, e soprattutto Casale); la documentazione preunitaria si presenta di conseguenza frammentaria, ed e', per una parte consistente, conservata presso l'AS Torino, ed in parte minore presso l'AS Alessandria.
L'AS Asti e' stato istituito con d.m. 15 apr. 1959; la sede e' stata ultimata nel 1964. Da allora, oltre ad alcuni archivi privati e di enti pubblici, esso ha raccolto quanto restava della documentazione di uffici statali che hanno sede nell'attuale circoscrizione provinciale. Nel 1935 fu costituita la provincia di Asti con territori delle circoscrizioni vicine, in particolare quelle di Alessandria e di Cuneo. L'attuale territorio comprende pertanto zone che nel corso del tempo fecero parte di circoscrizioni diverse (oltre quelle già ricordate, Acqui, e soprattutto Casale); la documentazione preunitaria si presenta di conseguenza frammentaria, ed e', per una parte consistente, conservata presso l'AS Torino, ed in parte minore presso l'AS Alessandria.
La nuova sede dell'Archivio di Stato di Biella è stata progettata negli anni '80 sul lato nord del complesso rinascimentale di San Sebastiano, nel centro della città. Con nuova forma architettonica, negli anni '90, è stata ricostruita in superficie, sul sito di edifici demoliti negli anni sessanta, la palazzina che ospita gli spazi aperti al pubblico e gli uffici, mentre i depositi sono previsti su due piani interrati. Questo ha permesso il trasferimento da palazzo Cisterna, nel borgo del Piazzo, prima sede dell'Istituto, ormai divenuta inagibile, ma non avendo ultimato i lavori, si è dovuto ricorrere ad un deposito sussidiario collocato in zona periferica rispetto alla principale, in un capannone industriale, anni '50.
La sezione di Biella, divenuta poi Archivio di Stato, fu istituita nel 1967. Dando corpo al progetto di "archivio del Biellese" pensato da Quintino Sella a fine ottocento, poi ripreso dal commissario prefettizio Ferrerati negli anni '30 del 1900, concentra la maggior parte della memorai storica del Biellese con una consistenza di circa 6000 ml di fonti cartacee, pergamene, mappe e disegni, cartoline e fotografie, datati a partire dall'anno 1082 fin quasi ai giorni nostri. Al suo interno si è costituito il Centro studi cavaliere Pietro Torrione, sorto grazie alla liberalità della famiglia dello storiografo locale, che ha donato archivi, biblioteca, arredi e oggetti d'arte.
La nuova sede dell'Archivio di Stato di Biella è stata progettata negli anni '80 sul lato nord del complesso rinascimentale di San Sebastiano, nel centro della città. Con nuova forma architettonica, negli anni '90, è stata ricostruita in superficie, sul sito di edifici demoliti negli anni sessanta, la palazzina che ospita gli spazi aperti al pubblico e gli uffici, mentre i depositi sono previsti su due piani interrati. Questo ha permesso il trasferimento da palazzo Cisterna, nel borgo del Piazzo, prima sede dell'Istituto, ormai divenuta inagibile, ma non avendo ultimato i lavori, si è dovuto ricorrere ad un deposito sussidiario collocato in zona periferica rispetto alla principale, in un capannone industriale, anni '50.
La sezione di Biella, divenuta poi Archivio di Stato, fu istituita nel 1967. Dando corpo al progetto di "archivio del Biellese" pensato da Quintino Sella a fine ottocento, poi ripreso dal commissario prefettizio Ferrerati negli anni '30 del 1900, concentra la maggior parte della memorai storica del Biellese con una consistenza di circa 6000 ml di fonti cartacee, pergamene, mappe e disegni, cartoline e fotografie, datati a partire dall'anno 1082 fin quasi ai giorni nostri. Al suo interno si è costituito il Centro studi cavaliere Pietro Torrione, sorto grazie alla liberalità della famiglia dello storiografo locale, che ha donato archivi, biblioteca, arredi e oggetti d'arte.
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