Le Residenze Reali in Piemonte – La Corona di Delizie – La Corona Verde
La Corona di Delizie , così definita da Amedeo di Castellamonte, è il sistema di Residenze Reali, volute dalla famiglia sabauda per circondarsi di sfarzose maisons de plaisance nate tra Cinquecento e Seicento intorno alla città di Torino. La Corona di Delizie è inserita del progetto strategico Corona Verde, che interessa l’area metropolitana e la collina torinese coinvolgendo un territorio di ben 93 comuni
Esiste anche un percorso cicloturistico , la Corona di Delizie in bicicletta, che collega le Residenze Sabaude in bicicletta. Il percorso è costituito da un anello di oltre 90 Km con 7 varianti storiche, attraverso percorsi protetti e misti. La Corona di Delizie in bicicletta è dotata di un’app scaricabile per smartphone e tablet dal portale Google Play.
La Corona Verde è un’iniziativa della Regione Piemonte che interessa l’area metropolitana di Torino: dal Parco della Collina Torinese di Superga ai boschi di Stupinigi, dalla Mandria alla Vauda, ai margini del Canavese, passando dai laghi di Avigliana, il Colle del Lys, il Monte San Giorgio e il Po. Corona Verde è una infrastruttura verde che integra la Corona di Delizie delle Residenze Reali con la cintura verde, rappresentata dal patrimonio naturale dei Parchi metropolitani, dei Fiumi e dalle Aree Rurali dell’hinterland metropolitano.
Nome di derivazione popolare, il “portone del melograno” è un edificio Liberty torinese situato nel quartiere di San Salvario, vicino a Via Nizza. Come tanti altri edifici nello stile succitato è opera del noto architetto Pietro Fenoglio. La progettò nel 1907. Il nome ovviamente deriva dal caratteristico portone, costruito in ferro battuto, raffigurante due alberi di melograno ricchi di foglie verdi e frutti rossi, incastonati in un’ampia cornice floreale.
Nome di derivazione popolare, il “portone del melograno” è un edificio Liberty torinese situato nel quartiere di San Salvario, vicino a Via Nizza. Come tanti altri edifici nello stile succitato è opera del noto architetto Pietro Fenoglio. La progettò nel 1907. Il nome ovviamente deriva dal caratteristico portone, costruito in ferro battuto, raffigurante due alberi di melograno ricchi di foglie verdi e frutti rossi, incastonati in un’ampia cornice floreale.
Il birrificio Bosio fu fondato a Torino nel 1845 da Giacomo Bosio; come prima sede si optò per via della Consolata, nel pieno centro storico della città. Sarà il primo birrificio italiano. Nel 1887 lo stabilimento verrà spostato nel quartiere di San Donato e nei primi del Novecento, l’architetto Pietro Fenoglio verrà incaricato di un suo ampliamento nel quale fu compresa anche la contestuale realizzazione della villa padronale (Caratsh) affacciata su corso Regina Margherita. Lo stabilimento come tante altre opere dell’autore, riporta stilemi Liberty.
Il birrificio Bosio fu fondato a Torino nel 1845 da Giacomo Bosio; come prima sede si optò per via della Consolata, nel pieno centro storico della città. Sarà il primo birrificio italiano. Nel 1887 lo stabilimento verrà spostato nel quartiere di San Donato e nei primi del Novecento, l’architetto Pietro Fenoglio verrà incaricato di un suo ampliamento nel quale fu compresa anche la contestuale realizzazione della villa padronale (Caratsh) affacciata su corso Regina Margherita. Lo stabilimento come tante altre opere dell’autore, riporta stilemi Liberty.
Casa Boffa-Costa è un edificio storico torinese situato in Via de Sonnaz 16. Fu progettata nel 1904 dal noto architetto Pietro Fenoglio agli arbori del XXI secolo, anni fulcro dello stile architettonico -Liberty- che la caratterizza. Da evidenziare nella struttura sono soprattutto i particolari come le decorazioni floreali dipinte, i balconi in ferro battuto, le decorazioni sotto il cornicione.
Casa Boffa-Costa è un edificio storico torinese situato in Via de Sonnaz 16. Fu progettata nel 1904 dal noto architetto Pietro Fenoglio agli arbori del XXI secolo, anni fulcro dello stile architettonico -Liberty- che la caratterizza. Da evidenziare nella struttura sono soprattutto i particolari come le decorazioni floreali dipinte, i balconi in ferro battuto, le decorazioni sotto il cornicione.
La Casa dell'Obelisco è un edificio residenziale di Torino, situato nel quartiere di Borgo Po. L’opera progettata da Sergio Jaretti Sodano ed Elio Luzi nel 1954, è un perfetto esempio dell’architettura neoLiberty, che nella metà del Novecento riporta in auge stilemi del Liberty, suo antedecessore. Le facciate esterne, dinamizzate da prospetti curvilinee, sono rimarcate da rilievi orizzontali che le donano una caratteristica presenza a strisce. Le planimetrie interne sono invece regolari, con mura classiche e rettilinee.
La Casa dell'Obelisco è un edificio residenziale di Torino, situato nel quartiere di Borgo Po. L’opera progettata da Sergio Jaretti Sodano ed Elio Luzi nel 1954, è un perfetto esempio dell’architettura neoLiberty, che nella metà del Novecento riporta in auge stilemi del Liberty, suo antedecessore. Le facciate esterne, dinamizzate da prospetti curvilinee, sono rimarcate da rilievi orizzontali che le donano una caratteristica presenza a strisce. Le planimetrie interne sono invece regolari, con mura classiche e rettilinee.
La Casa Fenoglio-Lafleur è un edificio storico di Torino, situato nel quartiere San Donato che a livello architettonico conta una densità elevata di elementi in stile liberty. Casa Lafleur rappresenta tra questi una delle maggiori attestazioni della stagione del liberty italiano, sia a livello nazionale che internazionale. Fu progettata nel 1902 da Pietro Fenoglio come sua abitazione privata, ma la casa venne poi venduta all'imprenditore francese Lafleur che la abitò fino alla sua morte. I suoi eredi ne cedettero quindi la proprietà all' organizzazione filantropica torinese "La Benefica". Fortunamente risparmiata dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, l'intera struttura conobbe anni di decadenza, finché fu nuovamente venduta a privati, che attuarono una preziosa opera di restaurazione. Attualmente è sede di studi professionali e residenze private.
La Casa Fenoglio-Lafleur è un edificio storico di Torino, situato nel quartiere San Donato che a livello architettonico conta una densità elevata di elementi in stile liberty. Casa Lafleur rappresenta tra questi una delle maggiori attestazioni della stagione del liberty italiano, sia a livello nazionale che internazionale. Fu progettata nel 1902 da Pietro Fenoglio come sua abitazione privata, ma la casa venne poi venduta all'imprenditore francese Lafleur che la abitò fino alla sua morte. I suoi eredi ne cedettero quindi la proprietà all' organizzazione filantropica torinese "La Benefica". Fortunamente risparmiata dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, l'intera struttura conobbe anni di decadenza, finché fu nuovamente venduta a privati, che attuarono una preziosa opera di restaurazione. Attualmente è sede di studi professionali e residenze private.
Casa Florio è un edificio storico torinese situato, come tanti altri dello stile Liberty di cui fa parte, nel quartiere di San Donato, vicino Corso Francia. Fu progettata nel 1902 dagli ingegneri Arnaldo Riccio e Giuseppe Velati-Bellini, che costituirono così una delle manifestazioni più precoci del liberty torinese. Furono i fratelli Florio a commissionarla e per i Florio, Riccio e Bellini costruirono altri sei edifici. Casa Florio non è distante alle nette soluzioni grafiche presentate nell’Esposizione Universale torinese nel medesimo anno. Rispetto al progetto però, che prevedeva eleganti simmetrie di a graffito sulla facciata, gli ornati si semplificarono nella realizzazione, divenendo leggeri nastri a rilievo in finta pietra rinvigorenti la geometria complessiva.
Casa Florio è un edificio storico torinese situato, come tanti altri dello stile Liberty di cui fa parte, nel quartiere di San Donato, vicino Corso Francia. Fu progettata nel 1902 dagli ingegneri Arnaldo Riccio e Giuseppe Velati-Bellini, che costituirono così una delle manifestazioni più precoci del liberty torinese. Furono i fratelli Florio a commissionarla e per i Florio, Riccio e Bellini costruirono altri sei edifici. Casa Florio non è distante alle nette soluzioni grafiche presentate nell’Esposizione Universale torinese nel medesimo anno. Rispetto al progetto però, che prevedeva eleganti simmetrie di a graffito sulla facciata, gli ornati si semplificarono nella realizzazione, divenendo leggeri nastri a rilievo in finta pietra rinvigorenti la geometria complessiva.
Casa Girardi è un edificio storico torinese situato in Via Luigi Cibrario 54 che trae il nome dal commissionante Giacomo Girardi, che la commissionò al celebre architetto Pietro Fenoglio. La progettò nel 1906. Struttura in stile Liberty, presenta già elementi della successiva art déco, pertanto può ritenersi a stile misto seppur il principale sia il primo, caratterizzante, tra l'altro, buona parte del percorso dell’architetto. Tipici dell’art noveau sono i ricami in ferro battuto della ringhiera, richiamante il motivo a rampicante della vetrata su cortile; nelle decorazioni presenta congruenze con una delle opere più famose dello stesso architetto: Casa La Fleur.
Casa Girardi è un edificio storico torinese situato in Via Luigi Cibrario 54 che trae il nome dal commissionante Giacomo Girardi, che la commissionò al celebre architetto Pietro Fenoglio. La progettò nel 1906. Struttura in stile Liberty, presenta già elementi della successiva art déco, pertanto può ritenersi a stile misto seppur il principale sia il primo, caratterizzante, tra l'altro, buona parte del percorso dell’architetto. Tipici dell’art noveau sono i ricami in ferro battuto della ringhiera, richiamante il motivo a rampicante della vetrata su cortile; nelle decorazioni presenta congruenze con una delle opere più famose dello stesso architetto: Casa La Fleur.
Casa Guelpa è un edificio storico torinese situato in Via Colli 2 all’angolo con Corso Vittorio Emanuele II, uno dei più importanti del capoluogo. Il progetto del 1907 porta a firma di Pietro Fenoglio. La facciata presenta pregiati affreschi sotto il cornicione, e un motivo a tondi, principe di tutto il primo piano. Sussistono anche motivi organico-floreali.
Casa Guelpa è un edificio storico torinese situato in Via Colli 2 all’angolo con Corso Vittorio Emanuele II, uno dei più importanti del capoluogo. Il progetto del 1907 porta a firma di Pietro Fenoglio. La facciata presenta pregiati affreschi sotto il cornicione, e un motivo a tondi, principe di tutto il primo piano. Sussistono anche motivi organico-floreali.
Casa Ina è un edificio storico torinese situato in Via Principi d'Acaja 20 tra il quartiere di San Donato e quello di Cit Turin. Porta la firma di Pietro Fenoglio -architetto molto fecondo che dirigerà più di 300 opere- nel 1906: come tante opere dello stesso, e tante della zona, fa parte dello stile Liberty. Piuttosto note le decorazioni "floreali" sulla facciata dell'edificio.
Casa Ina è un edificio storico torinese situato in Via Principi d'Acaja 20 tra il quartiere di San Donato e quello di Cit Turin. Porta la firma di Pietro Fenoglio -architetto molto fecondo che dirigerà più di 300 opere- nel 1906: come tante opere dello stesso, e tante della zona, fa parte dello stile Liberty. Piuttosto note le decorazioni "floreali" sulla facciata dell'edificio.
Casa Maciotta è un ampio edificio storico torinese in stile liberty, progettato nel 1904 dall’ingegnere Pietro Fenoglio, e situato, come tante altre testimonianze dello stile architettonico succitato, nel quartiere di San Donato. Fenoglio dimostra qui come sia possibile trovare soluzioni liberty piuttosto originali a costi contenuti. La struttura ha una grande volumetria e la scansione della facciata richiama certi motivi della tradizione barocca torinese.
Casa Maciotta è un ampio edificio storico torinese in stile liberty, progettato nel 1904 dall’ingegnere Pietro Fenoglio, e situato, come tante altre testimonianze dello stile architettonico succitato, nel quartiere di San Donato. Fenoglio dimostra qui come sia possibile trovare soluzioni liberty piuttosto originali a costi contenuti. La struttura ha una grande volumetria e la scansione della facciata richiama certi motivi della tradizione barocca torinese.
Casa Masino è un palazzo storico torinese il cui progetto vede la firma di Giovanni Gribodo nell'anno 1908. L'abitazione è situata in Via Piffetti 5, vicino a Corso Francia, zona che pullula di edifici di stile Liberty, scuola architettonica alla quale Casa Masino si associa. Nella struttura risaltano le decorazione eclettiche e sulla facciata principale il balcone in stile neo-egizio con due sfingi laterali che innalzano l'importanza dello stesso; le sfingi si ricongiungono alla facciata dell'edificio tramite una coda di piume.
Casa Masino è un palazzo storico torinese il cui progetto vede la firma di Giovanni Gribodo nell'anno 1908. L'abitazione è situata in Via Piffetti 5, vicino a Corso Francia, zona che pullula di edifici di stile Liberty, scuola architettonica alla quale Casa Masino si associa. Nella struttura risaltano le decorazione eclettiche e sulla facciata principale il balcone in stile neo-egizio con due sfingi laterali che innalzano l'importanza dello stesso; le sfingi si ricongiungono alla facciata dell'edificio tramite una coda di piume.
Casa Padrini è un edificio storico torinese prendente il nome dal cognome dei fratelli che la commissionarono a Pietro Fenoglio, noto architetto che presentò il relativo progetto nel 1905. La facciata risulta divisa in due fasce ad orientamento orizzontale. Strutturata ad angolo, in questo riporta un riconoscibilissimo box-window su due livelli terminante in un terrazzino. Decorazioni floreali, tipiche dell’opera fenogliana, si trovano in vari particolari, nelle strutture in ferro battuto dei balconi e nelle cornici delle finestre.
Casa Padrini è un edificio storico torinese prendente il nome dal cognome dei fratelli che la commissionarono a Pietro Fenoglio, noto architetto che presentò il relativo progetto nel 1905. La facciata risulta divisa in due fasce ad orientamento orizzontale. Strutturata ad angolo, in questo riporta un riconoscibilissimo box-window su due livelli terminante in un terrazzino. Decorazioni floreali, tipiche dell’opera fenogliana, si trovano in vari particolari, nelle strutture in ferro battuto dei balconi e nelle cornici delle finestre.
Casa Pecco è un edificio storico torinese situato in via Luigi Cibrario 12. Imponente struttura, venne costruita nel 1902 su progetto del noto architetto Pietro Fenoglio in stile Liberty, nel quale si affiancano, compenetrandosi, elementi decorativi litocementizi e in ferro battutto a tema tipicamente floreale.
Casa Pecco è un edificio storico torinese situato in via Luigi Cibrario 12. Imponente struttura, venne costruita nel 1902 su progetto del noto architetto Pietro Fenoglio in stile Liberty, nel quale si affiancano, compenetrandosi, elementi decorativi litocementizi e in ferro battutto a tema tipicamente floreale.
Casa Rey è un edificio storico torinese situato in Corso Galileo Ferraris 16,18. Fu progettato come tante altre strutture Liberty (stile della struttura in questione) nel capoluogo da Pietro Fenoglio nel 1904. La terminale parte destra e superiore è dinamizzata da uno “studio d’artista” che ricorda un progetto mai realizzato dello stesso. Le porte sono decorate da motivi floreali, sormontate da una bocca spalancata. Quest’ultima è porzione di una faccia grottesca che assurge a motivo dell’intero piano terreno lungo tutta la facciata.
Casa Rey è un edificio storico torinese situato in Corso Galileo Ferraris 16,18. Fu progettato come tante altre strutture Liberty (stile della struttura in questione) nel capoluogo da Pietro Fenoglio nel 1904. La terminale parte destra e superiore è dinamizzata da uno “studio d’artista” che ricorda un progetto mai realizzato dello stesso. Le porte sono decorate da motivi floreali, sormontate da una bocca spalancata. Quest’ultima è porzione di una faccia grottesca che assurge a motivo dell’intero piano terreno lungo tutta la facciata.
Casa Tasca è un edificio storico torinese adibito ad uso di signorile abitazione, situato nei pressi di Corso francia e tra i quartieri San Donato e Cit Turin, che contano numerose testimonianze dello stile Liberty di cui casa Tasca fa parte. Fu costruito su progetto di Giovan Battista Benazzo tra il 1902 e il 1903. Conobbe un triste episodio nella giornata dell'8 dicembre 1942 in cui fu colpito da un bombardamento che inficiò buona parte della struttura: danni alla copertura del tetto, crolli e lesioni ai muri, distruzione totale degli infissi. Già nel 12 maggio 1945 risulta un parziale ripristino, completato nei periodi successivi.
Casa Tasca è un edificio storico torinese adibito ad uso di signorile abitazione, situato nei pressi di Corso francia e tra i quartieri San Donato e Cit Turin, che contano numerose testimonianze dello stile Liberty di cui casa Tasca fa parte. Fu costruito su progetto di Giovan Battista Benazzo tra il 1902 e il 1903. Conobbe un triste episodio nella giornata dell'8 dicembre 1942 in cui fu colpito da un bombardamento che inficiò buona parte della struttura: danni alla copertura del tetto, crolli e lesioni ai muri, distruzione totale degli infissi. Già nel 12 maggio 1945 risulta un parziale ripristino, completato nei periodi successivi.
Casa Zorzi è un edificio storico Torinese della stagione del Liberty. Il suo progettista fu Antonio Vandone di Cortemiglia, e fu costruita tra il 1905 e il 1909. Risiede in Corso Francia 19, zona piuttosto feconda di testimonianze del liberty torinese, tra i più importanti in Italia.
Casa Zorzi è un edificio storico Torinese della stagione del Liberty. Il suo progettista fu Antonio Vandone di Cortemiglia, e fu costruita tra il 1905 e il 1909. Risiede in Corso Francia 19, zona piuttosto feconda di testimonianze del liberty torinese, tra i più importanti in Italia.
Cenni storici I castelli furono costruiti probabilmente tra il XI secolo e il XII secolo e detti "Malpaga". Due secoli dopo vi si stabilirono i Mazzardi. Senza disdegnare l'utilizzo di metodi violenti, eseguirono vari incursioni nel verbano, allo scopo di crearsi una sorta di piccolo "stato privato". Nel 1412 divenne duca di Milano Filippo Maria Visconti. Nel 1414, dando seguito alle suppliche degli abitanti del litorale, Filippo Maria inviò un esercito di 500 uomini per sconfiggere i Mazzarditi che sortì l'esito sperato: i Mazzarditi presero la strada dell'esilio, al pari dei castellani di Valtravaglia, i Franchignoni, che in modo analogo avevano approfittato della debolezza dello Stato centrale per crearsi un dominio analogo a quello mazzardo.
Il feudo cannobiese venne concesso ai Borromeo, che lo gestirono, assieme alle zone limitrofe, per qualche secolo. Dopo la morte di Lodovico la rocca fu progressivamente abbandonata a sé stessa, la vicinanza con la riva la rendeva difficilmente difendibile.Nel corso dei secoli successivi divenne rifugio di contrabbandieri, fu usata da pescatori e fu persino sede di una banda di falsari. Attualmente rimangono solo le rovine delle antiche fortificazioni
Cenni storici I castelli furono costruiti probabilmente tra il XI secolo e il XII secolo e detti "Malpaga". Due secoli dopo vi si stabilirono i Mazzardi. Senza disdegnare l'utilizzo di metodi violenti, eseguirono vari incursioni nel verbano, allo scopo di crearsi una sorta di piccolo "stato privato". Nel 1412 divenne duca di Milano Filippo Maria Visconti. Nel 1414, dando seguito alle suppliche degli abitanti del litorale, Filippo Maria inviò un esercito di 500 uomini per sconfiggere i Mazzarditi che sortì l'esito sperato: i Mazzarditi presero la strada dell'esilio, al pari dei castellani di Valtravaglia, i Franchignoni, che in modo analogo avevano approfittato della debolezza dello Stato centrale per crearsi un dominio analogo a quello mazzardo.
Il feudo cannobiese venne concesso ai Borromeo, che lo gestirono, assieme alle zone limitrofe, per qualche secolo. Dopo la morte di Lodovico la rocca fu progressivamente abbandonata a sé stessa, la vicinanza con la riva la rendeva difficilmente difendibile.Nel corso dei secoli successivi divenne rifugio di contrabbandieri, fu usata da pescatori e fu persino sede di una banda di falsari. Attualmente rimangono solo le rovine delle antiche fortificazioni
Situato nell'area centrale del paese, del turrito castello di origine medioevale oggi non restano che i bastioni e la torre di avvistamento. Eretto nel 1154 per volere dei marchesi d'Incisa venne distrutto dai savoiardi nel 1634, ma fu ricostruito più volte perché subì numerose distruzioni durante le guerre che insanguinarono il Monferrato nei due secoli successivi. L'ultimo importante restauro è avvenuto nel XVII secolo in cui furono rifabbricate le torri, il dongione e riparata la parte situata a ponente danneggiata da grave incendio.
Attualmente l'area del castello e della vestigia che ancora restano dopo i vari crolli subiti (1945-1952-1961) è di proprietà del Comune di Castelnuovo Calcea, che nel 1985 ha acquistato il sito. Nel 1989 si sono avviati i primi interventi di pulizia e di recupero delle strutture murarie (cortile, ingresso). Nel 1998 viene finalmente consolidata e recuperata la torre circolare di avvistamento (simbolo dello stemma comunale), alla cui ombra è stato ricavato un ampio cortile, suggestivo palcoscenico di varie manifestazioni estive (serate danzanti e gastronomiche, concerti, rappresentazioni teatrali...).
Nell'estate 2004 vengono sistemati "La terrazza degli Ulivi", il camminamento sotterraneo che accede sulla sommità dell'area, adibita a verde pubblico e punto panoramico "Dagli Appennini alle Alpi".
Info Tel: +39 0141 957125, +39 347 0834805 || Email: [email protected] || Web: http://www.comune.castelnuovocalcea.at.it https://www.facebook.com/Comune-di-Castelnuovo-Calcea-AT-1389207471406598/
Aperture Accesso libero tutto l'anno, comprese le festività (Pasqua; Pasquetta; 25 aprile; 1 maggio; 2 giugno; 15 agosto; 1 novembre).
Visite guidate: 15 aprile; 13 maggio (10.00-18.00); 24 giugno; 29 luglio; 30 settembre; con orario 15.00-18.00. Orari: Feriali 9.00-13.00;
sabato, domenica e festivi 10.00-17.00 (autunno/inverno),
10.00-19.00 (primavera/estate).
Visite guidate 15.00-18.00; su prenotazione per visitatori individuali (min. 6 persone) e gruppi.
Prezzi Gratuito
Situato nell'area centrale del paese, del turrito castello di origine medioevale oggi non restano che i bastioni e la torre di avvistamento. Eretto nel 1154 per volere dei marchesi d'Incisa venne distrutto dai savoiardi nel 1634, ma fu ricostruito più volte perché subì numerose distruzioni durante le guerre che insanguinarono il Monferrato nei due secoli successivi. L'ultimo importante restauro è avvenuto nel XVII secolo in cui furono rifabbricate le torri, il dongione e riparata la parte situata a ponente danneggiata da grave incendio.
Attualmente l'area del castello e della vestigia che ancora restano dopo i vari crolli subiti (1945-1952-1961) è di proprietà del Comune di Castelnuovo Calcea, che nel 1985 ha acquistato il sito. Nel 1989 si sono avviati i primi interventi di pulizia e di recupero delle strutture murarie (cortile, ingresso). Nel 1998 viene finalmente consolidata e recuperata la torre circolare di avvistamento (simbolo dello stemma comunale), alla cui ombra è stato ricavato un ampio cortile, suggestivo palcoscenico di varie manifestazioni estive (serate danzanti e gastronomiche, concerti, rappresentazioni teatrali...).
Nell'estate 2004 vengono sistemati "La terrazza degli Ulivi", il camminamento sotterraneo che accede sulla sommità dell'area, adibita a verde pubblico e punto panoramico "Dagli Appennini alle Alpi".
Info Tel: +39 0141 957125, +39 347 0834805 || Email: [email protected] || Web: http://www.comune.castelnuovocalcea.at.it https://www.facebook.com/Comune-di-Castelnuovo-Calcea-AT-1389207471406598/
Aperture Accesso libero tutto l'anno, comprese le festività (Pasqua; Pasquetta; 25 aprile; 1 maggio; 2 giugno; 15 agosto; 1 novembre).
Visite guidate: 15 aprile; 13 maggio (10.00-18.00); 24 giugno; 29 luglio; 30 settembre; con orario 15.00-18.00. Orari: Feriali 9.00-13.00;
sabato, domenica e festivi 10.00-17.00 (autunno/inverno),
10.00-19.00 (primavera/estate).
Visite guidate 15.00-18.00; su prenotazione per visitatori individuali (min. 6 persone) e gruppi.
Prezzi Gratuito
Cenni storici È una villa-castello della fine degli anni Venti, in stile Neogotico, ai piedi del Monferrato. È situata a Balzola (AL), a km.5 da Casale Monferrato, in Piemonte.
Progettato dall'Arch. Carrera, è circondato da un muro di cinta merlato; ha una piccola meravigliosa cappella; sontuosi mobili originali di Aldo Boggione; porte intarsiate; vetrate a piombo del Prof. Siletti ad opera della Vetreria Janni di Torino; pareti ricoperte di seta e decorazioni pittoriche di Angelo Bigatto; lampadari in vetro di Murano e in ferro battuto; pavimenti a parquet, pietra, mosaico,e così via, tutto di altissimo pregio artistico.
Si sviluppa su 8 livelli per un'altezza di 30 metri, più di 600 mq. di sup., scalinate esterne ed interne, balconi e terrazze, illuminazione notturna esterna e un gradevole giardino storico pensile.
Per un breve periodo il castello venne utilizzato da tre ufficiali tedeschi che avevano sistemato nella torre più alta una rudimentale apparecchiatura radar per l'ascolto antiaereo.
Negli ultimi 5 anni il maniero e` stato opera di costante restauro; il piano terra è stato adibito a location per piccole cerimonie ed eventi.
Info Mail: [email protected]
Cenni storici È una villa-castello della fine degli anni Venti, in stile Neogotico, ai piedi del Monferrato. È situata a Balzola (AL), a km.5 da Casale Monferrato, in Piemonte.
Progettato dall'Arch. Carrera, è circondato da un muro di cinta merlato; ha una piccola meravigliosa cappella; sontuosi mobili originali di Aldo Boggione; porte intarsiate; vetrate a piombo del Prof. Siletti ad opera della Vetreria Janni di Torino; pareti ricoperte di seta e decorazioni pittoriche di Angelo Bigatto; lampadari in vetro di Murano e in ferro battuto; pavimenti a parquet, pietra, mosaico,e così via, tutto di altissimo pregio artistico.
Si sviluppa su 8 livelli per un'altezza di 30 metri, più di 600 mq. di sup., scalinate esterne ed interne, balconi e terrazze, illuminazione notturna esterna e un gradevole giardino storico pensile.
Per un breve periodo il castello venne utilizzato da tre ufficiali tedeschi che avevano sistemato nella torre più alta una rudimentale apparecchiatura radar per l'ascolto antiaereo.
Negli ultimi 5 anni il maniero e` stato opera di costante restauro; il piano terra è stato adibito a location per piccole cerimonie ed eventi.
Info Mail: [email protected]
Cenni storici Nel 1039 c'è la prima attestazione scritta della sua presenza: il castello fa parte dei beni del nobile Guala di Casalvolone, da cui successivamente discende il ceppo familiare dei signori di Buronzo. Questi ultimi, con il basso medioevo, si dividono in sette rami, o colonnellati, dando forma ad un sistema di gestione del castello basato su una sorta di condominio signorile. Specchio di questa suddivisione è la struttura del castello: tanti colonnellati, altrettante caseforti, che nei secoli via via crescono intorno al nucleo originario del complesso, costituito da una torre ed un recinto fortificato nati nell'XI secolo.
Nel 1373 Buronzo entra nell'orbita sabauda, che garantisce alcuni decenni di sostanziale tranquillità, destinata a durare sino al secolo successivo, quando anche il Vercellese viene pesantemente coinvolto nelle guerre franco-ispaniche. Tornata la pace, con i secoli successivi numerose ristrutturazioni o ricostruzioni arricchiscono notevolmente il complesso.
La leggibilità delle parti più significative del castello è oggi pienamente apprezzabile grazie ad un restauro condotto tra il 2006 ed il 2008.
Info Tel: +39 339 1811017 | Email: info@castellodiburonzo. | Web: http://www.castellodiburonzo.it https://www.facebook.com/Castello-Di-Buronzo-495405403950293/
Aperture 2018: 18 marzo; 15 aprile; 13 maggio; 3 e 17 giugno; 16 settembre; 21 ottobre. Aperto su prenotazione per gruppi (min. 15 persone). Orario: Visite guidate dalle 15.00 alle 18.00 (ultima 16.30)
Prezzo Intero € 5; scuole (con attività dedicata) € 5 (proposte didattiche su www.castellodiburonzo.it);
gratuito fino a 14 anni.
Cenni storici Nel 1039 c'è la prima attestazione scritta della sua presenza: il castello fa parte dei beni del nobile Guala di Casalvolone, da cui successivamente discende il ceppo familiare dei signori di Buronzo. Questi ultimi, con il basso medioevo, si dividono in sette rami, o colonnellati, dando forma ad un sistema di gestione del castello basato su una sorta di condominio signorile. Specchio di questa suddivisione è la struttura del castello: tanti colonnellati, altrettante caseforti, che nei secoli via via crescono intorno al nucleo originario del complesso, costituito da una torre ed un recinto fortificato nati nell'XI secolo.
Nel 1373 Buronzo entra nell'orbita sabauda, che garantisce alcuni decenni di sostanziale tranquillità, destinata a durare sino al secolo successivo, quando anche il Vercellese viene pesantemente coinvolto nelle guerre franco-ispaniche. Tornata la pace, con i secoli successivi numerose ristrutturazioni o ricostruzioni arricchiscono notevolmente il complesso.
La leggibilità delle parti più significative del castello è oggi pienamente apprezzabile grazie ad un restauro condotto tra il 2006 ed il 2008.
Info Tel: +39 339 1811017 | Email: info@castellodiburonzo. | Web: http://www.castellodiburonzo.it https://www.facebook.com/Castello-Di-Buronzo-495405403950293/
Aperture 2018: 18 marzo; 15 aprile; 13 maggio; 3 e 17 giugno; 16 settembre; 21 ottobre. Aperto su prenotazione per gruppi (min. 15 persone). Orario: Visite guidate dalle 15.00 alle 18.00 (ultima 16.30)
Prezzo Intero € 5; scuole (con attività dedicata) € 5 (proposte didattiche su www.castellodiburonzo.it);
gratuito fino a 14 anni.
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Il Mercatino di Natale più romantico d’Europa: torna ad Asti il “Magico Paese di Natale”
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